Amok di Stefan Zweig – La follia rabbiosa


Sono andata a colpo sicuro quando ho scelto questo libricino Adelphi, Zweig è un autore che conosco almeno un po’. La lettura è stata veloce ma non posso ritenermi pienamente soddisfatta.

La trama

Su una nave che sta ritornando nel vecchio continente dalla Malesia e da più in là ancora, due uomini si incontrano. Uno di loro è un medico e trova nello sconosciuto un uomo cui confidare le proprie pene.

Egli è stato preda dell’amok, una follia che prende e scuote il corpo, inarrestabile, e fa agire per vie impensate. Un uomo che ha sofferto la solitudine e ha riversato tutte le sue passioni su una donna sconosciuta, fino ad arrivare a un’orribile conclusione.


Lo so che come riassunto non è granché, ma il libro è breve e non vorrei raccontare la trama con precisione, finirei per togliere ogni sorpresa.

Nel giro di un’ora, da che quella donna era entrata nella mia stanza, mi ero buttato la vita alle spalle lanciandomi alla cieca nel furore dell’amok.

Non posso dire che non mi sia piaciuto, la scrittura di Zweig è coinvolgente, riesce a rendere benissimo l’agitazione e la confusione mentale (come con Paura, che mi è piaciuto molto di più). C’è un buon ritmo, angoscia, sentimenti, ma il protagonista, questo dottore preda dell’amok, proprio non mi va giù. Forse questa mia avversione nei suoi confronti è andata a influenzare troppo il mio giudizio di questo libro. 

Zweig ci mostra una persona a nudo, con tutti i suoi difetti, i suoi errori, le sue pulsioni. Una persona rovinata che non ha più niente. Sembra però dare la colpa di tutto alle altre persone, ai luoghi, alle circostanze… Ma è lui a prendere le sue decisioni, è lui ad agire.

Conclusioni 

Nonostante abbia detto diverse cose positive su quest’opera, o più che altro sulla bravura di Zweig, non ne sono stata conquistata. Non sconsiglio comunque di leggerlo, proprio per i motivi citati.

Lo so che questa è una conclusione un po’ strana e non molto professionale, ma a volte è difficile definire ciò che ti lascia un libro.




Traduzione: Emilio Picco
Editore: Adelphi

Pagg. 105

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