So, we’ll go no more a-roving – Lord Byron

So, we’ll go no more a-roving
So late into the night,
Though the heart be still as loving,
And the moon be still as bright.

For the sword outwears its sheath,
And the soul wears out the breast,
And the heart must pause to breathe,
And love itself have rest.

Though the night was made for loving,
And the day returns too soon,
Yet we’ll go no more a-roving
By the light of the moon.


Più non andremo vagando
tardi così nella notte,
anche se il cuore sia amante,
e la luna luminosa.

Perché la spada consuma il fodero,
e l’anima il petto,
e il cuore deve acquietarsi per riprender lena,
e lo stesso amore ha bisogno di riposo,

anche se la notte fu fatta per amare,
e il giorno torna troppo presto,
più non andremo vagando
alla luce della luna.


Ho scoperto questa bellissima poesia di Lord Byron grazie al libro Cronache marziane, di Ray Bradbury, nel quale ho trovato anche questa traduzione.
Mi ha subito colpita ed è un po’ che pensavo di proporvela.
Nel libro era recitata (o semplicemente rammentata) da un astronauta su Marte e riusciva a non essere fuori luogo, proprio perché ognuno di noi può farla sua, parte di quello che prova. Forse la poesia è un po’ come l’arte, si può interpretarla secondo le proprie esigenze indipendentemente dal significato dato dall’autore.
Questa poesia mi trasmette un po’ di malinconia e di desiderio, e per me rimarrà inevitabilmente legata al libro grazie al quale l’ho scoperta, passeggiando su un pianeta desolato.

Commenti

  1. L'ho scoperta anch'io leggendo Cronache marziane di Bradbury tanti anni fa e non l'ho ancora dimenticata

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