There Will Come Soft Rains – Sara Teasdale

Avevo già incluso questa poesia nel post su Cronache marziane, ma ho deciso di riproporla per darle la giusta rilevanza.
Quello che mi ha colpita è come sia una precorritrice dei tempi. L’autrice, Sara Teasdale, pur essendo stata la poesia pubblicata per la prima volta nel 1920, suggerisce che la fine dell’umanità sarà dovuta a una guerra. Non so se questo suo pensiero fosse dovuto al fatto che la Grande Guerra era finita da poco, ma sicuramente è un’idea terrorizzante. Dopo di lei molti avranno ipotizzato che la nostra fine sarà causata da noi stessi, ma per quei tempi difficilmente era immaginabile che la guerra potesse sterminare la nostra specie. Le armi di distruzione di massa erano ancora lontane.

Da questa poesia traspaiono la desolazione della fine di un’epoca e la rinascita del mondo all’alba di una nuova era.



There will come soft rains and the smell of the ground,
And swallows circling with their shimmering sound;

And frogs in the pools singing at night,
And wild plum trees in tremulous white,

Robins will wear their feathery fire
Whistling their whims on a low fence-wire;

And not one will know of the war, not one
Will care at last when it is done.

Not one would mind, neither bird nor tree
If mankind perished utterly;

And Spring herself, when she woke at dawn,
Would scarcely know that we were gone.




Cadrà dolce la pioggia e si diffonderà il profumo della terra,
le rondini voleranno in cerchio stridendo;

canteranno le rane negli stagni a notte alta,
e i pruni selvatici biancheggeranno tremuli;

i pettirossi si vestiranno di penne di fuoco,
fischiando le loro ariette sugli steccati;

e nessuno saprà della guerra, nessuno
si curerà infine quando tutto sarà compiuto,

né albero, né uccello
farà caso all’umanità morente;

e la stessa primavera, quando si leva all’alba
appena s’accorgerà che ce ne siamo andati.


La traduzione viene dal libro Cronache marziane.

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