Omicidio a Road Hill House di Kate Summerscale – Invenzione e rovina di un detective


L’interesse per misteri e delitti è qualcosa di radicato in molti di noi, che cercano di saperne di più sui fatti più oscuri della quotidianità. A differenza di guerre e cataclismi, i delitti sono eventi che raggiungono la parte più intima del nostro essere, poiché appaiono molto più tangibili e vicini. L’omicida può nascondersi in chiunque. 

È per questo, credo, che tanti fatti di cronaca nera attraggano il pubblico, come quello di cui parla questo libro. Non è la prima cronaca criminale che leggo – ho già sperimentato il genere con A sangue freddo e L’avversario – ma è sicuramente diversa dalle precedenti. 

Anche in questo caso una famiglia è colpita da una tragedia che sconvolge il pubblico perché fa sentire la società dell’epoca esposta, poiché tutte le prove indicavano che l’omicida doveva essere qualcuno della casa. A differenza dei libri che ho citato però, la Summerscale presenta i fatti abbracciando un ben più ampio contesto. L’autrice non si limita a parlarci dell’omicidio in sé, ma lo contestualizza mirabilmente nella sua epoca mostrandoci stralci di vite. Usa questo omicidio per mostrarci la società vittoriana, con il suo desiderio a vedere la propria privacy rispettata ma pronta a curiosare in quella degli altri.

Una società in mutazione, che sia avvia verso il futuro creando quelle istituzioni che noi ben conosciamo (come la polizia metropolitana) ma che mostra tutto il suo classismo quando denigra le origini degli stessi detective che crea. Arrivando quasi a preferire la fuga di un assassino all’invasione della casa privata di un gentiluomo. Una società che si scandalizza per un omicidio avvenuto nella casa di quest’ultimo, mostrandone la vulnerabilità, ma che lascia passare in sordina delitti di ogni genere che avvengono quotidianamente. Una realtà questa, che non purtroppo non è tanto diversa da quella odierna, i crimini riportati dai giornali e dei quali si parla a lungo sono una minima parte di quelli avvenuti. 

L’omicidio

Campagna inglese, 1860, una casa isolata si risveglia nell’agitazione. Un membro della famiglia manca dal suo letto e il cadavere viene ritrovato fuori dall’abitazione. Vengono convocate le autorità competenti per trovare il colpevole e si formano le prime congetture. Una cosa sembra certa, la casa era sprangata dall’interno, nessuno può essere entrato da fuori.

La privacy era ormai il valore centrale della famiglia borghese vittoriana, che divenne particolarmente esperta nel chiudersi a riccio. 

Un altro punto interessante che ci viene presentato in questo libro è la figura del detective. Come ho già accennato la polizia che conosciamo oggi si stava ancora formando e i poliziotti erano facilmente identificabili dagli indumenti che portavano. I detective, invece, indossavano abiti civili e si insinuavano a ogni livello sociale per investigare, cosa che non era gradita da coloro che si ritenevano superiori. Quindi questa figura, al pari della sua controparte letteraria, si va a formare e a cercare il suo posto nella società. Prima elogiata per i suoi successi, come il detective Whicher incaricato di questo famoso caso, ma trascinata nel fango al minimo errore o al primo sentore di un’invasione domestica troppo marcata.

È interessante come la Summerscale abbia ripercorso la carriera di Whicher e i suoi metodi di indagine, affiancandoli alla letteratura dell’epoca e illustrandoci il suo sviluppo.

Questa storia faceva presagire le qualità che avrebbero reso Whicher un bravo detective: ottima memoria, capacità di cogliere i particolari più incongrui di una scena, intuito psicologico e sicurezza di sé.

Conclusioni

Per questi motivi ho davvero apprezzato questo libro, dove non si può non notare la mole di ricerche che deve aver effettuato la Summerscale, perché mi ha mostrato aspetti dell’epoca sui quali non avevo mai riflettuto. Nel grande racconto della Storia, questo è un tassello che si va aggiungere a una visione più ampia.




Traduzione: Luigi Civalleri
Editore: Einaudi

Pagg. 360

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