Cuore di tenebra – Joseph Conrad
Traduzione di Ettore
Capriolo
Postfazione di
Alessandro Baricco
Feltrinelli
121 pagine
Prima di Cuore di tenebra non avevo mai letto
niente di quest’autore e non sapevo cosa aspettarmi. Sono rimasta colpita dal
suo stile, ma temo di non aver apprezzato il suo lavoro.
Joseph Conrad fu
capitano di lungo corso della marina britannica e trascorse vent’anni in mare.
Le esperienze che fece gli furono utili per creare i personaggi che popolano le
sue pagine. Questo racconto in particolare è apparentemente ambientato in
Africa, che tuttavia non è mai nominata, e narra il viaggio compiuto dal
marinaio Marlow in un continente ancora misterioso. Il nostro protagonista
decide di partire quasi d’impulso e fa di tutto per ottenere un lavoro. Diviene
così capitano di un battello che deve risalire un fiume, che si addentrerà
sempre più nell’ignoto.
Che cosa cerca davvero
Marlow, da dove viene il suo bisogno di incontrare il signor Kurtz (o meglio di
parlargli)? Tutto ciò rimane ancora un’incognita per me. Non sono riuscita a
comprendere tutte quelle sfaccettature che possono nascondersi dietro a delle
semplici parole. Rimango perciò, alla fine del viaggio, un po’ delusa.
Sorpresa! Di Henri Rousseau. Il quadro dal quale è stata presa
l’immagine di copertina, esposto alla National Gallery di Londra.
|
Le prime pagine sono
quelle che mi sono piaciute di più. In poche righe Conrad è riuscito ad
disegnare un mondo davanti ai miei occhi. Il fiume, Londra, il mare. Pronti a
partire.
A un certo punto la
narrazione cambia, Marlow prende parola e ci racconta la sua avventura. Tanto
trascorreva lento il tempo sul Tamigi, tanto velocemente si sussegue il suo
viaggio. Non ci sono pause e siamo quasi travolti dagli eventi. Avvertiamo la
sua ossessione per Kurtz mentre lo accompagniamo, mentre ci addentriamo nel
continente, lungo il fiume. E nonostante l’immensità di ciò che ci circonda, ci
sentiamo intrappolati. Proviamo ciò che prova Marlow, vediamo ciò che vede
Marlow. Non esiste nient’altro. Mi sono sentita sopraffatta dalle parole.
Sembra davvero di
ascoltare un racconto orale, narrato dalle labbra di qualcuno accanto a noi.
Nonostante tutto non mi
sono sentita coinvolta e non mi è davvero piaciuto, come non ho amato la
storia. Non so che messaggio volesse comunicare Conrad o riescono a percepire
altri lettori. A me non è successo.
Commenti
Posta un commento