Itaca per sempre – Luigi Malerba
Mondadori
185 pagine
Ulisse, dopo vent’anni
di lontananza, si risveglia sulla terra della sua amata patria: Itaca. La
guerra di Troia è stata lunga, e il viaggio di ritorno ancora di più. È
smarrito, fa fatica a riconoscere ciò che lo circonda, dopo così tanto tempo il
suolo natio forse non è più così familiare. Appena riavutosi però, c’è altro a
preoccuparlo. Come staranno Telemaco, il figlio, e Penelope, la moglie? Potrà
essere ancora un padre e un marito per loro? Sono dubbi che gli arrivano subito
alla mente, chissà cosa troverà.
Luigi Malerba ci narra
il ritorno a casa del tessitor d’inganni e di come, una volta fattosi
riconoscere dal figlio, si allei con lui e i fedeli mandriani Eumeo e Filezio.
Si rivela persino alla vecchia nutrice Euriclea, che ha riconosciuto la
cicatrice sulla sua gamba. Una volta osservata la situazione nella reggia
travestito da mendicante, arriva finalmente il momento di vendicarsi: i Proci
hanno gozzovigliato fin troppo a lungo a sue spese. I giovani nobili si sono
accampati nelle sue sale per contendersi i favori della regina, che vogliono
spingere a risposarsi, e tramano alle spalle di Telemaco.
La sera della gara con
l’arco, indetta dalla regina per mettere in palio la sua mano, Ulisse
finalmente si rivela. Egli, infatti, è l’unico che riesce a tendere l’arco (che,
in effetti, gli appartiene) e a far passare la freccia dentro i dodici anelli
delle scuri. Subito dopo inizia la carneficina e i pretendenti e i loro alleati
hanno ciò che si meritano.
È una storia ben nota,
ma in tutto questo, dov’è Penelope? Possibile che non si sia resa conto di chi
aveva davanti?
In questa versione di
Malerba (raccontata attraverso i monologhi interiori dei due protagonisti)
andiamo a scoprire i pensieri della regina di Itaca, offesa dal marito, che al
ritorno crede di potersi celare a lei, indotto da chissà quali sospetti. Ma
Penelope non è facile da ingannare, riconosce immediatamente Ulisse dai mille
particolari che solo lei può vedere. Tuttavia sceglie di non dire ciò che sa.
Poiché il suo amato è salvo a Itaca ha tutta l’intenzione di avere anche lei la
sua vendetta, per la scarsa fiducia dimostratale. Ella infatti, anche dopo la
sconfitta dei Proci, si rifiuta categoricamente di riconoscere il mendicante
come Ulisse. Tanto bene riesce a rispondere alle prove fornite dall’ospite, che
finisce per insinuare il dubbio anche in Telemaco.
Penelope non è debole e
nonostante non possa impugnare un’arma sa difendersi, ha i suoi metodi. Tiene sulla
corda Ulisse, che non riesce a capire i suoi pensieri e cosa davvero sappia,
lasciandolo tormentarsi.
Questo nuovo sguardo al
mito vuole risaltare la figura di Penelope, moglie devota e regina offesa, che
durante l’assenza del re se l’è cavata da sola senza farsi vincere da nessuno.
Gli anni di solitudine e l’isolamento cui è stata costretta l’hanno forse resa
più dura ed Ulisse deve imparare a riconoscere il suo valore.
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