Lady Susan – Jane Austen
Traduzione di Elisabetta
Pellini
Edizioni Clandestine
121 pagine
Quello che ho appena
finito di leggere è un breve romanzo epistolare (scritto probabilmente nel
1794) che non viene annoverato fra i capolavori di Jane Austen, bensì come una
delle sue opere giovanili – un preludio a quelli che saranno i suoi veri
romanzi.
Detto questo, mi è
veramente piaciuto.
Lady Susan è una vedova
recente, madre di una giovinetta neanche sedicenne. La signora in questione è
bella, affascinante e con una buona parlantina e usa queste sue capacità per
godere al meglio della vita di società e volgere ogni cosa secondo i suoi
desideri.
Tutto ciò crea
inevitabilmente dei pettegolezzi, che la precedono ovunque vada.
Nello scambio epistolare
che intrecciano i vari personaggi, emergono le manovre nascoste e le
manipolazioni di Lady Susan, che non mostra difficoltà nel rigirare a
piacimento il sesso opposto. Le sue macchinazioni hanno i risultati sperati
grazie anche a coloro che si fanno manovrare e passano da una parte all’altra a
seconda del vento che tira.
Non vi è traccia di
senso di colpa nelle parole della lady all’amica Mrs Johnson, che sembra
comprenderla completamente e approvare il suo modo di agire.
Non sono qui a giudicare
Lady Susan, che probabilmente non faceva niente di diverso rispetto a tanti
altri della sua epoca, anche se forse la Austen la rende un po’ sfacciata a
riguardo. Ma in questo modo sono sottolineate la ironica critica alla società e
alle verità nascoste che sono conosciute ma rigorosamente taciute.
Ho apprezzato, nonostante
che alla fine la corrispondenza venga interrotta, per scelta o mancanza di
tempo o perché si era semplicemente stufata, ci sia una breve conclusione degli
avvenimenti.
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