Diario americano di una ragazza giapponese di Yone Noguchi – Alla scoperta dell’America con Miss Morning Glory


Leggere questo libro è stato davvero come sfogliare le pagine del diario di una giovane giapponese in visita nel continente americano. In esso troviamo i suoi pensieri e le sue impressioni scritti liberamente e quando ne ha voglia, a volte con brevi accenni e a volte dilungandosi di più.
 

Miss Morning Glory osserva e critica il mondo che la circonda seguendo il suo sistema di valori e nel mentre non può fare a meno di paragonare Giappone e Stati Uniti, trovando difetti e virtù in entrambi. Dalle pagine emerge anche la sua voglia di fare nuove esperienze e di indipendenza (dall’aprirsi in un conto in banca al lavorare in una bottega).

 

La trama non è il punto forte di questo libro, non esiste davvero e non è che sia particolarmente interessante, ciò che attira l’attenzione è il diario in sé e quando è stato scritto.

Questo testo, che all’inizio fu fatto passare come un originale diario, uscì su rivista per la prima volta nel 1901 e si tratta del primo romanzo scritto in inglese da un giapponese. Narra della giovane Asago, che si presenta negli Stati Uniti come Miss Morning Glory, e del suo viaggio alla scoperta dell’Occidente accompagnata come si conviene dallo zio.

Nel cielo della mia America non avevo mai immaginato un drago di fumo.

Mi sentivo soffocare.

Perché ho chiuso la mia boccetta di profumo nel baule?

L’odore dei carri sul molo era quasi insopportabile. Il loro rumore sferragliante si insinuava nella mia testa. E dei cinesi continuavano a tirare delle boccate dai loro sigari, spandendo nell’aria un effluvio minaccioso.

In questo romanzo non potete perdervi la postfazione di Diego Cucinelli per poterlo comprendere e apprezzare al meglio.

Fin dal periodo Heian (794-1185) i diari sono stati una forma di scrittura largamente usata in Giappone (anche se conobbero periodi di fortuna diversi), ma il modo di affrontarla era diverso per uomini e per donne. Gli uomini scrivevano in cinese, che però veniva letto “alla giapponese” (ho mal di testa solo a pensarci), e le donne in giapponese. Un’altra differenza era data dai contenuti, quelli degli uomini trattavano affari pubblici (la politica, la corte ma anche poesie e avevano un ordine cronologico preciso), mentre quelli femminili riguardavano la vita privata, il mondo dei sentimenti e degli eventi personali. Un uomo non avrebbe mai parlato di cose del genere e perciò Ki no Tsurayuki nel suo Diario di Tosa (ca. 935) si finge una donna per poter parlare dei propri pensieri più intimi.

 

Questo è quello che fa anche Yone Noguchi in questo libro, vestendo i panni di Asago è libero di esternare emozioni e sentimenti, attingendo alle proprie esperienze. Egli stesso arrivò a San Francisco dal Giappone su un piroscafo, imparò l’inglese prima di partire, lavorò come ragazzo alla pari negli USA. Credo che sia grazie anche a quest’esperienza diretta che durante la narrazione traspare il suo genere in alcuni particolari, quando parla, per esempio, delle esperienze dal barbiere o dal razzismo che subiscono i ragazzi.

 

Per puro divertimento, oggi ho fatto molti viaggi inutili su e giù con l’ascensore.

Che stuzzicante sensazione di vertigine!

Quando parte chiudo gli occhi.

È un’invenzione terribilmente nuova, suppongo. 

 

Conclusioni 

È stata una lettura piacevole e curiosa, soprattutto grazie alla postfazione che aiuta nella lettura del testo e a chiarirlo. Personalmente non ho apprezzato tanto il romanzo in sé quanto la sua particolarità.

Un piccolo appunto, ho trovato molto fastidiose le note a fine testo, perché in molti casi si trattava di traduzioni di parole giapponesi e avrei preferito trovarmele direttamente a fine pagina invece che andare a cercarle alla fine del libro ogni volta.

 



Traduzione: Federico Lopiparo
Postfazione: Diego Cucinelli

Editore: Elliot

Pagg. 214

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