Giulia, la figlia di Augusto – Lorenzo Braccesi



Non è facile per me parlare di questo saggio perché non è stata una lettura molto avvincente, ma procediamo con ordine.

Di cosa parla


In questo saggio l’autore ci parla di Giulia (39 a.C. – 14 d.C.), figlia del primo imperatore romano Augusto
Ripercorriamo la sua storia fino alla sua morte, passando per l’esilio impostole dal padre come condanna per la colpa di adulterio è attività contro la morale.

Fu, in ogni caso, la prima femminista della storia nel rivendicare il corpo a proprio uso e consumo, e volendo anche come strumento di rivalsa coniugale o di sfacciata fronda politica nei confronti del padre. 

Giulia è stata a lungo screditata e diffamata. Non si può negare che abbia avuto degli amanti, ma in un periodo storico e in un contesto dove lei non era certo l’eccezione. La punizione di Augusto, l’esilio fino alla morte, sembra una punizione fin troppo severa anche per aver infranto tali leggi col suo comportamento. In ogni caso, le sue colpe sono state amplificate.
In questo libro, tra le altre cose, si cerca di capire e ipotizzare (basandosi sempre su delle prove) sul perché di questa condanna. La vera causa. 
La critica non concorda su quest’ultima ma quella esposta da Braccesi sembra sicuramente più grave rispetto all’adulterio: l’aver tramato contro l’imperatore per ucciderlo. Non sto qui a scendere nel particolare del perché e del come, ma le accuse a tema morale furono fatte proprio per oscurare una situazione che l’imperatore non voleva divulgare.

Conclusioni


Si. Eccomi già alle conclusioni dove posso anche spiegarvi la mia frase iniziale.
Il saggio è ben scritto e può anche essere di piacevole lettura, purtroppo ho trovato l’argomento meno interessante di quanto pensassi. Perciò le difficoltà che ho avuto con questo libro e il mio giudizio sono dettati fortemente dal gusto personale.
Non mi interessava abbastanza da leggerlo con gusto ma non così poco da abbandonarlo. Il risultato è stato una lettura veloce, anche se sparsa per molti giorni, e superficiale, impedendomi di parlarvene più approfonditamente. 
Non posso perciò parlare male di questo saggio, sta a voi valutare quanto trovate appassionante l’argomento.





Editore: Laterza
Pagg. 228

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