Assassinio a Brunswick Gardens di Anne Perry – Indagini vittoriane


Marzo non è stato un mese ricco di letture, ho avuto una sorta di blocco e non sono riuscita a concentrarmi abbastanza per leggere molto. Piano piano ne sto uscendo e sto cercando di scrollarmi di dosso questa pigrizia invernale. Certo, il tempo non aiuta, ma anche se fosse primavera piena sono sicura che troverei qualche scusa.
 

In casi del genere, un giallo è una buona scelta, almeno per me. Comprato in una bancarella dell’usato, questo libro è stato una piacevole scoperta.

La trama

A casa del reverendo Parmenter si consuma una tragedia, Unity Bellwood, la giovane e colta assistente del reverendo, cade dalle scale rompendosi il collo. Un tragico incidente?

La realtà sembra essere ben più grave, la ragazza ha gridato prima di cadere, e le sue parole lasciano adito a pochi dubbi, il reverendo è colpevole. È davvero un caso così semplice oppure le sue ultime parole possono essere interpretate in modo diverso?

Non è un caso facile per il sovrintendente Pitt, che deve scoprire la verità mentre riceve pressioni dalla Chiesa e dalla società per non sollevare un polverone. Pitt non si lascia influenzare, come un vero segugio indaga e interroga, cercando ogni indizio volto ad accusare o scagionare i membri della famiglia e gli ospiti della casa. La verità il suo unico obiettivo.

 

È un bel giallo, in parte un classico col tipico “detective” fedele al proprio dovere e dall’acume non comune, dall’altro troviamo una storia raccontata anche da altri punti di vista e da personaggi che non vogliono fare solo da contorno ma desiderano dire, gridare, la loro. Ognuno si ritaglia il suo angolino, la sua personalità. 

Dalle figlie del reverendo, una fedele al padre e l’altra a Unity e alla sua ricerca di affermazione femminile, al curato pentito, al figlio cattolico convertito, alla moglie impeccabile, all’indipendente signora Pitt. Loro e altri hanno punti di forza, qualità e difetti.

 

Che cosa può fare una donna, a parte la governante? Generazioni di donne, che si trasmettono insegnamenti l’una all’altra, e nessuna che faccia altro che trasmettere a sua volta quel che conosce. È come uno stupido gioco di scaricabarile; nessuno apre mai quel barile per usare quello che c’è dentro.

 

Ho potuto assaporare un giallo un po’ diverso dal solito, tutto sommato, con una bell’ambientazione vittoriana. Si tratta di una serie questa del sovrintendente Pitt e non escludo di cercare altri titoli.

Devo ammettere, con un certo orgoglio, di essere riuscita a indovinare l’identità dell’assassino e una parte dello svolgersi degli eventi. Non credo che questo sia dovuto al mio acume investigativo, piuttosto, dopo tutti i gialli che ho letto sono riuscita a immaginarmi la direzione della soluzione, questo però non ha tolto nulla al piacere della lettura o al finale.

 


Traduzione: Marco Bertoli
Editore: Mondadori

Pagg. 285

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