Martin Eden di Jack London – Siamo padroni di noi stessi



Parlare di questo libro non è affatto facile, è stata una lettura che mi ha coinvolta molto e fino alla fine ho fatto il tifo per Martin, sperando che riuscisse a raggiungere i suoi obiettivi, i suoi sogni. Martin mi ha resa partecipe dei suoi sforzi, dei suoi dubbi, delle sue scoperte, del suo amore, della sua visione del mondo, che abbraccia con uno sguardo ampio e puro, vedendo al di là delle piccolezze umane.

Tuttavia, questa capacità può isolare, rendere incompresi, perché il mondo in cui vive Martin è materialista, attanagliato a problemi concreti, popolato da gente con bisogni tangibili e anche quelle che potrebbero dedicarsi a qualcosa di più, non riescono comunque a staccarsene.

 

La trama

 

Il giovane Martin è un marinaio, ha il cuore grande e la mente sveglia. Quando il bisogno lo chiama prende il largo, quando è a terra vive seguendo il suo senso dell’onore e la voglia del momento. Un giorno, salva un ragazzo borghese da una rissa e viene invitato a cena a casa sua da quest’ultimo, in parte come ringraziamento, in parte per mostrarlo alla famiglia.

In quest’occasione conosce la sorella del suo protetto, Ruth, e insieme a lei l’amore. Comincia così il percorso di Martin per migliorarsi e guadagnare un posto al suo fianco. 

Riuscirà nel suo intento? E cosa più importante, riuscirà il resto del mondo a stare al passo con lui?

 

Ho l’impressione di avere in petto così tante cose da dire. Ma tutto è così gigantesco. Non trovo il modo di esprimere tutto quello che ho dentro. Certe volte mi sembra che il mondo, la vita, tutto, si trovino dentro di me e mi abbiano scelto come loro ambasciatore, reclamandolo a gran voce. Riesco a percepirne – come posso spiegarvi? – riesco a percepirne la grandezza, ma non appena apro bocca, farfuglio come un bimbo. È uno sforzo incredibile trasformare in frasi, scritte o parlate, sentimenti e sensazioni che, a loro volta, si trasformeranno, nella mente di chi legge o ascolta, nei medesimi sentimenti e sensazioni. È uno sforzo sovraumano.

 

Questo libro è tante cose, un romanzo di formazione, una storia sull’amore, un racconto sull’ispirazione, una critica alla società, così crudele e meschina. Tanti temi che si mischiano armoniosamente, che scopriamo poco alla volta durante la lettura e così, cominciamo a vedere il mondo come Martin. Per quello che è, per la sua bellezza, per la sua vastità, per la sua vacuità, con un’intensità tale da bruciare dolorosamente nel petto. 

Ho apprezzato come Martin sia stato ispirato dall’amore che prova per Ruth ma come non si sia fermato a questo. Il suo desiderio di studiare e acculturarsi è slegato da lei, è un bisogno interiore che lo porta a impegnarsi per raggiungere il suo obiettivo sentimentale ma anche per soddisfare la necessità di comprendere e apprezzare al meglio la bellezza.

A volte, però, non basta raggiungere i propri scopi, più impariamo e più sappiamo di non sapere, e Martin, nel suo sforzo di raggiungere il successo per amore di Ruth, alla fine dovrà fare i conti con sé stesso. Si guarderà dentro, guarderà gli altri, guarderà tutto e tutti dall’esterno, lontano anni luce, solo, consapevolmente solo, alla ricerca della sua liberazione.

 

Ho letto questo romanzo con immenso trasporto ed empatia per Martin e ora, a fine lettura, mi sento un po’ sfinita e triste per aver terminato questo viaggio. Ho vissuto davvero con lui. 

Consiglio a tutti questo libro, ma vi avverto, preparate il cuore, che dovrà essere forte e comprensivo. 

 



Non mancate di leggere la nota alla traduzione e la postafazione che sono presenti in questa edizione, sono entrambe molto interessanti e vi permetteranno di comprendere meglio il libro e Jack London, almeno un pochino.

 

A cura di Stella Sacchini

Postfazione di Mario Maffi

Editore: Feltrinelli

Pagg. 526

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