Sherlock Holmes/Mr. Holmes e … un po’di Poirot
Le avventure di Sherlock
Holmes – Arthur Conan Doyle
Introduzione di Giuseppe
Bonura
Traduzione di Nicoletta
Rosati Bizzotto
Newton Compton
278 pagine
Finalmente! Dopo averci
girato intorno per anni, ho letto un libro su Sherlock Holmes.
Inutile dire che le mie
aspettative non sono state deluse. Si tratta di una raccolta di racconti ed è
indubbiamente gradevole. Sono avvincenti, chiari e piacevolmente brevi, visto
che la loro lunghezza si aggira sulle venti pagine. In ogni storia possiamo
ammirare la straordinaria capacità deduttiva dell’investigatore letterario più
famoso del mondo, riportata fedelmente da quello che è forse il suo più grande
ammiratore: il suo amico nonché collega dottor James Watson. Una delle mie parti
preferite è la spiegazione da parte di Holmes al dottore delle sue incredibili
conclusioni, che lo lasciano puntualmente a bocca aperta.
Devo ammettere però che
non ho potuto fare a meno, mentre leggevo, di pensare a quell’omino belga che
mi ha tenuto tanta compagnia fin dall’adolescenza: Hercule Poirot. Frutto della
penna di Agatha Christie, è un detective conosciuto in tutto il mondo e anche
lui vive a Londra, dopo esservisi trasferito dal Belgio. Le sue avventure
prendono vita qualche decennio dopo rispetto alla sua controparte inglese, ma
non sono meno coinvolgenti. Per capirlo basta notare che sto parlando di lui in
un post dedicato a Sherlock Holmes… Comunque, credo che possano convivere
tranquillamente nelle nostre librerie poiché, anche se parliamo sempre di
gialli, hanno le loro differenze che li rendono unici.
La prima cosa che mi è risultata
evidente è il fatto che Poirot in qualche modo tende a risolvere i suoi misteri
standosene tranquillamente seduto in poltrona o quasi, usando le sue celluline
grigie, mentre Holmes (con mio grande sgomento) si muove! Va in giro, osserva
ogni particolare con la sua lente d’ingrandimento arrivando a stendersi per
terra, raccoglie indizi, misura impronte. Io non oso neanche immaginare il belga
che si avvicina a un albero con le sue scarpe lucide e perfettamente pulite per
grattare un po’ di corteccia. Hanno proprio due approcci diversi verso
l’indagine. Meditazione e azione. Non che Sherlock non rifletta accuratamente
sulle sue scoperte e su quello che sa, ma si avverte che lo fanno in modo
radicalmente diverso.
Mi sembra inoltre che
per Poirot le persone coinvolte siano più importanti degli indizi puri e
semplici, come ho l’impressione che Agatha Christie dia più rilevanza ai
personaggi e Conan Doyle agli indizi. Non posso però che concludere che, pur
avendo creato entrambi gli autori dei personaggi immortali, Hercule Poirot
rimane il mio preferito.
Per tornare al tema
originario del post, ovvero Sherlock Holmes, ho recentemente visto un film a
lui dedicato. Si tratta di Mr. Holmes –
Il mistero del caso irrisolto, nel quale l’attore che presta magistralmente
il suo volto è Ian McKellen. In questa pellicola scopriamo l’uomo dietro il
mito, la mente dietro l’immagine letteraria. Troviamo così un vecchio (che
neanche da giovane fumava la pipa o portava cappelli) che vive ritirato dal
mondo, tormentato da un caso che ha ormai dimenticato. Cerca in tutti i modi di
ricordare e poco a poco, mentre riesce a fare chiarezza nella sua mente, lo
vediamo agire in prima persona nella vicenda grazie a dei flashback. Viene
fuori così il lato umano che nei libri non esiste, McKellen ha fatto quel
salto, Sherlock non è più il personaggio di un libro ma un uomo con le sue
debolezze. Quindi non dovreste guardare questo film se cercate la classica
interpretazione del protagonista, fatelo solo se cercate qualcosa di più
“reale”.
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