I migliori libri del 2021 – Una selezione di cinque titoli da non perdere


Finalmente, dopo tanto rimandare, sono pronta a stilare una lista dei miei libri preferiti del 2021. Non è stato facile sceglierne solo cinque, ma mi sono imposta un limite di proposito, per poter evidenziare la loro importanza.

Per una strana coincidenza, quattro libri su cinque li ho letti nei primi sei mesi dell’anno. Non che non abbia fatto delle belle letture in seguito, ma quei quattro sono stati così indimenticabili, che nessun altro è riuscito a scalzarli dal podio.

 

Pur avendo aspettato tanto, mi piace ripensare ai libri letti in un anno, riscoprire quelli più importanti e rendermi conto delle tante e meravigliose avventure vissute. Non penso solo alle storie in sé, ma anche ai periodi in cui le ho lette, riuscendo così a reimmergermi in quelle atmosfere.

 

Sarebbe bello, fra qualche anno, rivedere queste liste annuali e magari rileggere qualche titolo. Questa è una possibilità che una volta non avrei mai pensato di prendere in considerazione, ma negli ultimi tempi l’ho rivalutata molto. È vero che la voglia di nuovi libri è sempre al primo posto, ce ne sono troppi che vorrei leggere e una rilettura potrebbe sembrare uno spreco di tempo, ma a volte è quello che ci vuole. Alcuni libri meritano di essere riletti, non semplicemente per il loro valore letterario ma per quello che ci hanno donato e significano per noi. E proprio per questo la lista di possibili riletture è ancora più personale di una semplice wish list di libri da leggere.

 


I migliori cinque libri letti nel 2021


Cime tempestose di Emily Brontë 

Una lettura che mi ha sorpresa più di quanto pensassi e mi ha sconvolta pagina dopo pagina, una vera tempesta di emozioni. Nel bene o nel male non può fare a meno di catturare il lettore che, pur odiando un personaggio dopo l’altro, non potrà abbandonarli. 

Un’avventura che non lascia un solo momento di tranquillità, ma vale la pena di vivere, la storia di un amore ossessivo che porta solo distruzione.

Se amate anche voi la Austen, mi raccomando, preparatevi e mettetela da parte, dimenticate cosa sapete sul romanzo ottocentesco grazie a lei e affrontate questo romanzo come un mondo letterario a parte.

 

I miei grandi dolori in questo mondo sono stati i dolori di Heathcliff, e io li ho contemplati e provati tutti fin dall’inizio; il mio grande pensiero nella vita è lui. Se tutto il resto crollasse, e lui restasse, io continuerei a esistere; e se tutto il resto rimanesse, e lui fosse annullato, l’Universo diventerebbe un enorme estraneo. Non ne farei parte. Il mio amore per Linton è come le foglie del bosco. Il tempo lo cambierà, lo so bene, come l’inverno cambia gli alberi. Il mio amore per Heathcliff assomiglia alle rocce eterne là sotto: è una fonte di scarsa gioia visibile, ma è necessario. Nelly, io sono Heathcliff. Lui è sempre, sempre nei miei pensieri, non come un piacere, non più di quanto io non sia sempre un piacere per me stessa, ma come il mio stesso essere.

 

Omicidio a Road Hill House di Kate Summerscale

 

A differenza di guerre e cataclismi, i delitti sono eventi che raggiungono la parte più intima del nostro essere, poiché appaiono molto più tangibili e vicini. L’omicida può nascondersi in chiunque. È per questo, credo, che tanti fatti di cronaca nera attraggano il pubblico, come quello di cui parla questo libro. 

Nel 1860 una famiglia è colpita da una tragedia che sconvolge l’opinione pubblica e in questo libro la Summerscale non scrive una semplice cronaca, ma presenta i fatti abbracciando un ben più ampio contesto. L’autrice non si limita a parlarci dell’omicidio in sé, ma lo contestualizza mirabilmente nella sua epoca mostrandoci stralci di vite e la stessa società vittoriana. Una società in mutazione, che si avvia verso il futuro creando quelle istituzioni che noi ben conosciamo (come la polizia metropolitana) ma che mostra tutto il suo classismo quando denigra le origini degli stessi detective che crea. 

 

La privacy era ormai il valore centrale della famiglia borghese vittoriana, che divenne particolarmente esperta nel chiudersi a riccio.

 

Dio di Illusioni di Donna Tartt

 

La scrittura della Tartt è ricca e intensa, permettendo così al lettore di immergersi completamente nella storia, con ambientazioni ben riuscite ma senza descrizioni eccessive. 

In questo romanzo troviamo un omicidio, del mistero e un’amicizia stretta tra un poema e una traduzione, ma che non può non mostrare la sua fragilità. O meglio, mostra come un evento di tale forza possa impattare sulle persone e sulle loro vite. Un gruppetto di ragazzi che arriva a compiere un delitto, nella loro ricerca di sé stessi e del loro percorso, nel loro credersi superiori. 

Non so se possa piacere a tutti, qualcuno non lo ha gradito proprio per i suoi personaggi, egocentrici e complici nei loro delitti. Nonostante possa capire che non siano proprio simpatici, ho apprezzato il libro nella sua interezza, per la sua crudezza e anche insensatezza di alcune loro decisioni, perché no. 

 

E so che ho detto in precedenza che lui era perfetto: ma non era perfetto, ben lungi, anzi, da ciò; poteva essere sciocco e vanitoso, distante, spesso crudele, e noi lo amavamo ugualmente, a dispetto di tutto questo, a causa di tutto questo.

 

Martin Eden di Jack London

 

Leggere questo romanzo è come conoscere una persona. Martin mi ha resa partecipe dei suoi sforzi, dei suoi dubbi, delle sue scoperte, del suo amore, della sua visione del mondo, che abbraccia con uno sguardo ampio e puro, vedendo al di là delle piccolezze umane.

Questo libro è tante cose, un romanzo di formazione, una storia sull’amore, un racconto sull’ispirazione, una critica alla società, così crudele e meschina. Tanti temi che si mischiano armoniosamente, che scopriamo poco alla volta durante la lettura e così, cominciamo a vedere il mondo come Martin. Per quello che è, per la sua bellezza, per la sua vastità, per la sua vacuità, con un’intensità tale da bruciare dolorosamente nel petto. 

 

Ho l’impressione di avere in petto così tante cose da dire. Ma tutto è così gigantesco. Non trovo il modo di esprimere tutto quello che ho dentro. Certe volte mi sembra che il mondo, la vita, tutto, si trovino dentro di me e mi abbiano scelto come loro ambasciatore, reclamandolo a gran voce. Riesco a percepirne – come posso spiegarvi? – riesco a percepirne la grandezza, ma non appena apro bocca, farfuglio come un bimbo. È uno sforzo incredibile trasformare in frasi, scritte o parlate, sentimenti e sensazioni che, a loro volta, si trasformeranno, nella mente di chi legge o ascolta, nei medesimi sentimenti e sensazioni. È uno sforzo sovraumano.

 

Piranesi di Susanna Clarke

 

Una bellissima lettura che trasporta in un altro mondo, quello dove vive Piranesi, nella Casa. Un fantasy pieno di mistero, surreale e unico.

È bello leggerlo senza saperne niente quindi, questa volta, dovrete avere fiducia.

 

Molte cose sono ignote. Una volta – è stato circa sei o sette mesi fa – ho visto un frammento di un brillante colore giallo fluttuare dolcemente su una Marea mite sotto il Quarto Salone Occidentale. Non capendo cosa potesse essere, ho guardato le Acque e l’ho afferrato. Era una foglia, molto bella, con due lati curvi che terminavano ognuno con una punta. Certo, è possibile che appartenesse a un tipo di vegetazione marina che non ho mai visto, ma ne dubito. La consistenza mi sembrava sbagliata. La sua superficie respingeva l’Acqua, come se fosse desinata a vivere nell’Aria.

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