Strane creature - Tracy Chevalier


Traduzione di Ortelio M.
Neri Pozza

287 pagine

È il 1811 a Lyme, un piccolo villaggio sulla costa meridionale inglese. Le stagioni si susseguono senza scosse in paese e il decoro britannico si sposa perfettamente con la tranquilla vita di una provincia all'inizio del diciannovesimo secolo. 
Un giorno, però, sbarcano nel villaggio le sorelle Philpot e la quiete è subito un pallido ricordo. Vengono da Londra, sono eleganti, vestite alla moda, sono bizzarre creature per gli abitanti di quella costa spazzata dal vento. 
Margaret, diciotto anni, riccioli neri e braccia ben tornite, sorprende costantemente tutti coi suoi turbanti verdolini sconosciuti alle ragazze di Lyme, che se ne vanno in giro ancora con grevi vestiti stile impero.
Louise, meravigliosi occhi grigi e grandi mani, coltiva una passione per la botanica che è incomprensibile in quel piccolo mondo dove alle donne è dato solo di maritarsi e accudire i figli.
Ma è soprattutto Elizabeth, la più grande delle Philpot, a costituire un'eccentrica figura in quel paesino sperduto sulla costa. Ha venticinque anni. Dovrebbe comportarsi come una sfortunata zitella per l'età che ha e l'aspetto severo che si ritrova, ma se ne va in giro come una persona orgogliosamente libera e istruita che non si cura affatto di civettare con gli uomini. 
In paese ha stretto amicizia con Mary Anning, la figlia dell'ebanista. Quand'era poco più che una poppante, Mary è stata colpita da un fulmine. La donna che la teneva fra le braccia e le due ragazze accanto a lei morirono, ma lei la scampò. Prima dell'incidente era una bimba quieta e malaticcia. Ora è una ragazzina vivace e sveglia che passa il suo tempo sulla spiaggia di Lyme, dove dice di aver scoperto strane creature dalle ossa gigantesche, coccodrilli enormi vissuti migliaia di anni fa. 
Il reverendo Jones, un uomo con il volto squadrato, i capelli a spazzola e le labbra sottili che non stanno mai ferme, dice che le cose non possono stare in questo modo, perché sarebbe contrario alla Bibbia. Dio non può aver creato delle bestie così grandi per poi sbarazzarsene. 
Elizabeth Philpot però non solo presta fede alla ragazzina, ma la protegge anche dai cacciatori di fossili e dagli avventurieri che accorrono a frotte a Lyme. Tra questi anche l'affascinante colonnello Birch, un militare dritto e sicuro di sé dai bei capelli folti e neri, che infrange il cuore di Mary e suscita una morbosa, irresistibile attrazione nella maggiore delle Philpot. 
Basata sulla storia vera di Mary Anning, la ragazzina che a Lyme Bay portò alla luce il cranio del primo ittiosauro e rese così possibile quella svolta negli studi sull'evoluzione che trovò il suo coronamento nel 1859, con la pubblicazione dell'Origine delle specie di Darwin, Strane creature è una delle opere più riuscite di Tracy Chevalier: un'avvincente storia di donne che lottano contro le ottuse convenzioni di un'epoca per aprire la strada al progresso e alla conoscenza.

Rimango sempre affascinata dai romanzi ispirati a storie realmente accadute. So bene che Tracy Chevalier e i suoi colleghi si lasciano trasportare dalla fantasia mentre ricalcano la storia, per riuscire a trasmetterci emozioni e completare i frammenti che hanno a disposizione. Questi romanzi vanno letti con la giusta prospettiva. Ciò che amo di loro è la possibilità che mi danno di conoscere storie, personaggi e luoghi che non avrei mai scoperto, dandomi anche la possibilità di approfondirne alcune parti.
Da sempre trovo interessanti i musei di storia naturale benché la paleontologia non sia la mia grande passione. Non mi sono mai soffermata molto a riflettere sul fatto che alcune nozioni che oggi diamo per scontate sono il risultato di scoperte, studi, tentativi compiuti da uomini e donne di cui non conosciamo l’esistenza. Dobbiamo tanto a queste persone e non ce ne rendiamo conto.
Mary Anning fu una di queste. Il periodo storico in cui viveva la sfavoriva in ogni modo; era la semplice figlia di un ebanista e, soprattutto, era una donna. Nonostante queste e altre difficoltà, il suo apporto alla paleontologia e allo studio dell’evoluzione fu fondamentale. Nel 2010 la Royal Society incluse il nome di Mary Anning nella lista delle dieci donne inglesi che più hanno contribuito alla storia della scienza.
Questo libro parla di Mary Anning ma anche di Elizabeth Philpot, due donne intelligenti la cui passione avrebbe potuto certamente premiarle ai giorni nostri.
Un libro personale, che ci permette di comprenderle e immedesimarci nella loro vita.

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