L’ambiguo malanno – Condizione e immagine della donna nell’antichità greca e romana – Eva Cantarella

Feltrinelli
263 pagine

Prima di iniziare a parlare di questo libro desidero dare qualche delucidazione sul titolo. Come riportato dall’autrice, lo ritroviamo nei seguenti versi:

Zeus, perché hai dunque messo fra gli uomini un ambiguo malanno, portando le donne alla luce del sole?
Euripide, Ippolito, 616-617

Il titolo riprende quindi la tragedia di Euripide, Ippolito.
Ippolito, figlio di Teseo, ripudia l’amore e si dedica completamente alla caccia. La dea Afrodite, che non può tollerare quest’affronto, fa follemente innamorare di lui la matrigna Fedra. Dopo essere stata rifiutata, la donna prende la decisione di uccidersi e accusa il figliastro di averla sedotta. Ippolito, cacciato dalla città, trova la morte per volere di Poseidone (invocato dal padre per punirlo).
Questo veloce riassunto serve solo a comprendere da dove provengano i versi presenti all’inizio del libro.

Eva Canterella cerca nella storia greca e romana una spiegazione, o almeno una traccia delle origini, della moderna discriminazione della donna. Ripercorrere il passato aiuta a comprendere il presente.
In queste antiche società il rapporto tra i sessi e i loro ruoli erano strettamente regolati. Un punto fondamentale che l’autrice mette in evidenza è che la sottomissione femminile non era considerata un fatto culturale ma biologico.
La Cantarella si serve, oltre che di quelle poetiche e altre testimonianze scritte, delle fonti giuridiche per tracciare il percorso compiuto nel tempo dalla condizione femminile. Essendo stata professoressa di Diritto romano e di Diritto greco, sa quanto esse siano uno strumento fondamentale per approfondire  un argomento così povero di testimonianze.
È stata una lettura istruttiva e interessante. Saggi di questo tipo sono fondamentali per comprendere meglio le popolazioni su cui si poggia la società odierna e di conseguenza essa stessa.

Una frase che mi ha fatto meditare sulle discriminazioni che sono presenti ancora oggi è la seguente: “La “diversità”, lungi da indurre a riflettere sulla necessità di rispettare le peculiarità individuali, maschili o femminili che fossero, è stata per secoli e rischia di continuare a essere la giustificazione di ogni discriminazione.”. Credo che la diversità sia alla base di molte discriminazioni odierne. Non solo per quanto riguarda la differenza di genere ma per ogni aspetto della vita umana.

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