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Visualizzazione dei post da settembre, 2019

Trigger Warnings – Neil Gaiman

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Headline 303 pagine Eccomi con un’altra raccolta del mio cantastorie preferito, Neil Gaiman, e mi sono fatta una bella scorpacciata. Non so esattamente come tradurre il titolo in italiano quindi passerò semplicemente al suo significato. Si tratta di un avviso, per mettere in guardia (all’inizio di un video, un testo o altro) che il materiale che si sta per incontrare può essere angosciante o creare una certa ansia o comunque essere in qualche modo doloroso. Un titolo interessante che ci lascia presagire ciò che incontreremo tra queste pagine. Sono racconti che lasciano il segno e dove non troviamo molti lieto fine. Ne consiglio la lettura, perché anche in questo caso ritroviamo la capacità di Gaiman di mischiare realtà e fantasia, facendoci viaggiare in un mondo magico e misterioso ma stranamente familiare. Come al solito, eccovi i racconti che mi sono piaciuti di più: The thing about Cassandra «The truth is a cave in the black mountains…» Orange A calendar

Alfred Hitchcock presenta - Sedici scheletri nel mio armadio

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Traduzione di Ursula Olmini Soergel Mondadori 222 pagine Eccomi con un altro libro di questa collana. Che dire, mi è piaciuto anche questo, tuttavia credo che l’altro avesse più racconti belli. Rimane una lettura piacevole e facile, ideale se si viaggia su qualche mezzo di trasporto oppure si è in attesa da qualche parte. Temo non sia più stagione da ombrelloni… almeno dalle mie parti. Tra i racconti che mi sento di sottolineare vi sono: Una storia di fantasmi di Henry Kane – tiene un certo ritmo e un po’ di mistero. Apicoltura di James Holding – finale a sorpresa. Questa volta non è stato il maggiordomo di Craig Rice – carino ma superficiale, avrei voluto fosse stato approfondito maggiormente. L’uomo dietro il tavolo di C. B. Gilford – bello! Non dico di più per non rovinarlo. Morte di un commesso viaggiatore di Donald Honing L’uomo che aveva un hobby di Robert Bloch – mi piace questo scrittore e il racconto è uno dei migliori.

La sinagoga degli iconoclasti – J. Rodolfo Wilcock

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Traduzione di ? (non segnalato) Adelphi 216 pagine Sono un po’ delusa, magari perché le mie aspettative erano troppo alte. Dopo aver letto la quarta di copertina, credevo di trovare un libro meraviglioso che mi avrebbe fatto scordare pensieri e preoccupazioni per qualche ora. Invece, non è successo. Con questo non voglio dire che le storie raccontate, di personaggi veramente esistiti, non siano state curiose da leggere e che qualche volta non ci sia stato qualcosa di carino e divertente, ma niente mi ha presa più di quel tanto. I personaggi bizzarri e le loro idee assurde non mi sono bastati. Non posso quindi consigliare questo libro anche se ha una sua piacevolezza, ma sarei curiosa di sapere se a qualcuno che l’ha letto sia piaciuto davvero così tanto e perché. Una piccola nota alla traduzione: in realtà non c’è. A quanto ho scoperto Wilcock era argentino di origine ma visse in Italia, dove si occupò anche di traduzioni dal francese