Trigger Warnings – Neil Gaiman

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303 pagine

Eccomi con un’altra raccolta del mio cantastorie preferito, Neil Gaiman, e mi sono fatta una bella scorpacciata.
Non so esattamente come tradurre il titolo in italiano quindi passerò semplicemente al suo significato. Si tratta di un avviso, per mettere in guardia (all’inizio di un video, un testo o altro) che il materiale che si sta per incontrare può essere angosciante o creare una certa ansia o comunque essere in qualche modo doloroso.
Un titolo interessante che ci lascia presagire ciò che incontreremo tra queste pagine. Sono racconti che lasciano il segno e dove non troviamo molti lieto fine.
Ne consiglio la lettura, perché anche in questo caso ritroviamo la capacità di Gaiman di mischiare realtà e fantasia, facendoci viaggiare in un mondo magico e misterioso ma stranamente familiare.


Come al solito, eccovi i racconti che mi sono piaciuti di più:

  • The thing about Cassandra
  • «The truth is a cave in the black mountains…»
  • Orange
  • A calendar of tales – 12 mini racconti, uno per mese. Tutti ispirati da twitter in risposta a delle domande di Gaiman.
  • The case of death and honey
  • Click-Clack the rattlebag
  • An invocation of incuriosity
  • Nothing o’clock – ispirato al Doctor Who.
  • Feminine endings – tremendamente realisticamente inquietante.
  • Black dog – con Shadow Moon. Inoltre, questo racconto è stato pubblicato per la prima volta in questo libro.
Del racconto The sleeper and the spindle ho letto solo il primo paio di pagine perché ho deciso di procurarmi la versione illustrata. Vi farò sapere.

Non perdetevi l’introduzione di Gaiman, che scrive qualcosa per ogni storia e, così, ci da modo di comprenderle meglio.

È un ottimo compagno da tenere sul vostro comodino, per leggerlo tutto d’un fiato oppure come intermezzo per un altro libro. In ogni case, è un’ottima scelta.

«The truth is a cave in the black mountains. There is one way there, and one only, and that way is treacherous and hard, and if you choose the wrong path you will die alone, on the mountainside.» pag. 46

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