Jonathan Strange e il signor Norrell di Susanna Clarke – Il ritorno della magia


Non credevo avrei mai raggiunto questo traguardo, terminare di leggere 
Jonathan Strange e il signor Norrell. Dopo mesi, ebbene si, mesi di sforzi e perseveranza l’ho finito. Ora vi direte: io non lo leggerò mai. Sbagliereste a giungere a conclusioni così affrettate perché si tratta di un bellissimo libro. 

Vediamo di sbrogliare il mistero di questa lunghissima lettura.

 

Desidero iniziare sottolineando la lunghezza del libro stesso, 966 pagine, scritte con uno stile ben diverso da Piranesi. In questo suo primo libro la Clarke non si risparmia nel creare le giuste atmosfere, i dialoghi adatti, le ricostruzioni semi storiche, nell’aggiungere note “storiche” inventate di sana pianta per la storia (e sono note di anche oltre una pagina). Perché Susanna Clarke non ha semplicemente scritto un romanzo, ma ha creato un mondo. Una realtà simile alla nostra, con eventi storici paralleli ai nostri, ma dove la magia ha il suo posto e non è messa in discussione da nessuno. È un romanzo storico a tutti gli effetti (con uno stile che ricorda l’epoca in cui è ambientato) con un tocco di magia.

A tutto ciò devo aggiungere che per me sono state settimane impegnative a livello personale, perciò ho dedicato meno tempo del solito alla lettura. 

La trama 

Ora arriva la parte difficile, perché parlarvi della trama non è affatto scontato. Come ho già accennato si tratta di un romanzo storico e fantasy, con un mondo inventato estremamente accurato. C’è quella che potremmo definire trama e che si può riassumere così: la storia del ritorno della magia in Gran Bretagna. Un po’ scarno come riassunto vero? Il problema sta nel fatto che accadono davvero tante cose e la struttura del libro non segue un unico filo, un personaggio solo che si imbarca in un’avventura, supera degli ostacoli e raggiunge lo scopo della sua vita. 

Ci sono molti personaggi, molti eventi che si dipanano su molti anni, che si intrecciano, inconsapevolmente o meno. 

Susanna Clarke racconta ciò che accadde in Gran Bretagna, e in parte anche in Europa, dal 1806 al 1817, se fosse esistita la magia, ovviamente. Poi, ci sono dei protagonisti, Jonathan Strange e il signor Norrell per l’appunto, i maghi che fanno risorgere la magia (siamo sicuri di questo?) ma anche loro fanno parte di un tutto più grande.

Darvi quindi una vera trama è inutile e dispersivo.

 

Stephen trovava strano che il gentiluomo dai capelli lanuginosi, il quale viveva in una dimora praticamente in rovina, circondata da distese spaventevoli di ossa e resti di antiche battaglie, fosse tanto sensibile al disordine in casa d’altri.

 

Conclusioni 

Non è un libro per tutti perché è una lettura lenta, che vuole i suoi tempi. È bene leggerla senza fretta, in sottofondo ad altre letture più veloci. Tuttavia, se deciderete di imbarcarvi in quest’impresa, vi darà molte soddisfazioni e verrete catapultati in un altro mondo e in altre vite.

Susanna Clarke è riuscita a rendere la magia reale, come neanche la Rowling credo abbia fatto, perché ha privato la magia della magia, rendendola concreta ed impalpabile allo stesso tempo.

 



Traduzione: Paola Merla
Illustrazioni: Portia Rosenberg

Editore: Fazi

Pagg. 966

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