Il libraio che imbrogliò l’Inghilterra – Roald Dahl

Traduzione di Massimo Bocchiola
Le Fenici
78 pagine

Conosco Roald Dahl ormai da molti anni. Lo incontrai per la prima volta da bambina, anche se non ricordo in quale occasione. Forse fu grazie a La fabbrica di cioccolato, oppure Le streghe. Certamente i suoi libri hanno fatto parte dell’infanzia di molti bambini, che una volta cresciuti lo ricordano ancora con affetto.
Nonostante il lungo tempo trascorso, mi sono informata soltanto recentemente sulla sua vita (da piccola lo identificavo fisicamente con il gigante de Il GGG, grazie all’illustrazione di Quentin Blake). Di origine norvegese, nasce nel 1916 in Gran Bretagna, dove si è trasferita la famiglia. Una volta cresciuto, lavora viaggiando in lungo e in largo per l’impero britannico. Allo scoppiare della seconda guerra mondiale si arruola nella RAF, ma inseguito, non potendo continuare a pilotare, viene inviato a Washington come spia. La sua vita da scrittore inizia solo nel 1942, vita che rimane però costellata da dispiaceri personali. Piccola curiosità: fu anche sceneggiatore del film Agente 007 – Si vive solo due volte. Muore nel 1990.
Informandomi sulla sua biografia ho scoperto qualcosa in più su di lui, ma anche sulle sue opere. Quante ce ne sono che non ho ancora letto! E non soltanto per bambini.

La copertina è stata realizzata da Quentin
Blake, illustratore dei libri di Roald Dahl.
Si è occupato anche delle opere di 
Bianca Pitzorno.
Questo libro è un piccolo passo nella direzione giusta, per colmare le mie lacune. Si tratta di due racconti, Il libraio che imbrogliò l’Inghilterra, che fa anche da titolo al libro, e Lo scrittore automatico. Sono entrambi piacevoli e concisi, intrattengono in poche pagine con semplicità. I libri sono presenti in entrambe le storie, ma non viene riconosciuta dai protagonisti la loro giusta importanza. Nel primo caso sono un mero paravento, un pretesto. Nonostante Mr Buggage e Miss Tottle ne siano circondati, non si degnano neanche di comprenderne il valore e li degradano. Nel secondo racconto invece la creatività e l’ingegno necessari per la stesura di un testo, propri di una mente umana, sono strappati dal loro luogo di appartenenza e trapiantati in una macchina.

Roald Dahl
Roald Dahl ci invita così a riflettere su cosa sia diventata la cultura e quanto poco valore le attribuiscano alcune persone.
Ricordiamoci quindi di questo scrittore, non releghiamolo soltanto alla letteratura infantile. C’è ancora molto da scoprire.


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