Su e giù per le scale – Monica Dickens

Traduzione di Ilaria Tesei
Elliot
190 pagine

Non sono mai riuscita a terminare un libro del suo celebre antenato, ma mi sono goduta il suo fino all’ultima pagina. Monica Dickens, pronipote dell’indimenticabile Charles Dickens, ci rende partecipi delle sue avventure in veste di cuoca tuttofare.
Annoiata dalla vita comoda e mondana impostale per nascita, l’autrice s’imbarca in un’impresa lunga un anno e mezzo alla quale dedica tutte le sue energie. Annuncia la sua decisione alla famiglia e si precipita in un’agenzia di collocamento per trovare il suo primo impiego. Avrà anche tanta buona volontà, ma le manca l’esperienza. Esiste tuttavia un rimedio, basta inventare di sana pianta il proprio curriculum e mostrare una faccia di bronzo. C’è da chiedersi se i suoi datori di lavoro siano fortunati ad aver trovato in fretta un aiuto, oppure se debbano maledire la sorte per aver trovato qualcuno maldestro con più voglia di spiarli che di lavorare sodo (la buona lena mostrata all’inizio si dilegua un po’ alla volta). In un modo o nell’altro riesce comunque a svolgere le sue mansioni e a ottenere anche qualche buon risultato.
Lungi da me accusare Monica Dickens di poca solerzia nelle faccende domestiche, ma è chiaro che il suo periodo di lavoro si tratta di un esperimento. Un suo modo di studiare la natura umana, per questo è più importante osservare i padroni dietro una porta che preparare dei biscotti.
Tempo fa lessi un altro libro sul mondo celato dalle porte di servizio e su una cuoca di professione. S’intitola Ai piani bassi, scritto da Margaret Powell. L’autrice racconta le sue esperienze, fatte non per noia o curiosità, ma per necessità. La Powell doveva lavorare per vivere e non era felice di quello che faceva. Era un lavoro, nulla di più. Questo finisce inevitabilmente per influenzare in modo diverso lo spirito dei due libri. Monica Dickens affronta le sue giornate con la voglia di intromettersi nelle vite degli altri e una certa spensieratezza data forse dal fatto di avere una famiglia che la accoglie in una comoda casa ogni sera. Per lei non è certo un problema cambiare posto, essere licenziata o andarsene via. Invece Margaret Powell vive dove lavora ed è stata costretta a scegliere quella vita, sentirà anche lei i pettegolezzi di casa ma si tratta di un mondo ben lontano e che neanche le interessa scoprire.

Consiglio a tutti Su e giù per le scale perché è un romanzo divertente che vi farà fare due risate e v’intratterrà con leggerezza.

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