Cose fragili – Neil Gaiman

Traduzione di Stefania Bertola
Mondadori
366 pagine

Era parecchio tempo che pensavo di leggere qualcosa di Gaiman e finalmente mi sono decisa. Avrei voluto incominciare con American Gods ma nelle librerie che ho girato non avevano nessuna copia. Quando ho trovato Cose fragili, una raccolta, ho deciso di comprarla d’impulso, in fondo dovevo pur cominciare da qualche parte.

Il primo racconto, Uno studio in smeraldo, l’ho adorato. Avvincente come un giallo, ma capace di regalarti anche un brivido di terrore. Ispirato a Sherlock Holmes e al Dr. Watson, fu scritto per l’antologia di Michael Reavens e John Pelan intitolata: Shadows Over Baker Street (devo prendere nota di questo volume per il futuro). Come riportato nell’introduzione di Cose fragili, la consegna era: “[…] un racconto in cui Sherlock Holmes incontra il mondo di H. P. Lovecraft.”. Ora, non avendo mai letto niente di quest’ultimo mi sono sentita un po’ spiazzata, ma anche incuriosita. Tutto quello che so è che si tratta di uno scrittore di letteratura horror (credo anche fantasy, perdonatemi la poca conoscenza, di sicuro questo sarà un altro spunto per letture future). Fortunatamente avevo letto in precedenza dei racconti di Conan Doyle, credo che mi abbia permesso di godermi meglio questo.
Che bella copertina!
All’inizio della lettura possiamo credere di essere in uno dei soliti racconti di Holmes, ma ben presto l’autore ci fa capire che non è così (forse questo Sherlock vive in uno dei tanti mondi possibili). Si tratta di un racconto interessante e con un colpo di scena finale inaspettato. La maestria di Gaiman è innegabile. Nelle pagine da lui scritte niente è come sembra, siamo ingannati, anche se gli indizi per comprendere ci sono. Un mondo surreale, spaventoso, dove l’orrore è la normalità, ma il nostre eroe si adatta benissimo e rimane, mi sembra, fedele a se stesso. Basta, devo fermarmi, il resto è bello scoprirlo da soli.

Per quanto riguarda il resto della raccolta, come spesso mi capita in questi casi, alcuni lavori mi sono piaciuti più di altri. Per iniziare posso citare Spose proibite degli schiavi senza volto nella casa stregata la notte del desiderio e del terrore. In questo racconto il mondo appare capovolto, la realtà è il fantasy, il fantasy la realtà. Forse per dimostrare che tutti cerchiamo di evadere, di sfuggire al nostro quotidiano. Perché per quanto incredibile sia la nostra vita, finiamo sempre per cercare qualcosa di diverso. Non importa cosa sia reale e cosa no ma riuscire a immaginare qualcos’altro, per noi impossibile.

Ricordo anche Orario di chiusura, dove è stata creata la giusta atmosfera di mistero e di attesa, e Gli altri, che mi ha fatto una forte impressione. Arlecchino a San Valentino non delude e lo si legge con piacere. Quindici arcani dei tarocchi vampiri, una “descrizione” delle carte dei tarocchi. Chi nutre e chi mangia riesce a suo modo a raggelare il sangue. Golia è ispirato a Matrix e non deluderà i fan della trilogia. Come parlare con le ragazze alle feste mi ha fatto desiderare di sapere qualcosa in più riguardo alle strane protagoniste. L’uccello del sole è il secondo della mia classifica personale, dopo quello su Holmes, e ho già voglia di rileggerlo. I membri di un club di buongustai sono alla ricerca di nuove prelibatezze da assaggiare e questo li porterà dove ben pochi si sono spinti.
L’ultimo, Il sovrano del Glen, ha come protagonista Shadow che proviene direttamente da American Gods. Un bel racconto che parla di cosa accade a questo personaggio dopo la fine del libro.

Quello che ho apprezzato di più di questi racconti è che realtà e fantasia si confondono. Molte volte Gaiman non ci dice tutto ma ci concede solo d’intravedere qualcosa, e così sbirciamo nell’impossibile.

I libri ci permettono di viaggiare da un capo all’altro del mondo, ci fanno attraversare le ere così che finiamo per abbattere le barriere dello spazio e del tempo. Neil Gaiman ha fatto di più, ha rotto quelle che esistono fra gli universi e mi ha dato l’impressione di viaggiare da uno all’atro. Ogni racconto è uno sguardo su una possibilità, su una realtà alternativa, e ogni titolo è il varco che aspetta solo di essere attraversato.

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