La regina degli scacchi – Walter Tevis

Traduzione di Angelica Cecchi
Beat
322 pagine

Beth è sola. Tremendamente sola. La scoperta degli scacchi è per lei una rivelazione, un appiglio a cui aggrapparsi, un sostegno per non cadere. Perché a otto anni la Methuen Home per orfani non è certo accogliente e lo spazio personale è limitato, ma gli scacchi aprono nuove possibilità. Sono un universo infinito di possibilità. Beth deve solo chiudere gli occhi, disporre i pezzi e comandarli come un generale in battaglia.
L’abilità della bambina non passa inosservata, nonostante un inizio ostacolato, e la sua sicurezza spiazza gli adulti che la circondano facendo inginocchiare un re dopo l’altro.
Tuttavia la strada per il successo è lunga e gli avversari che incontra sono sempre più temibili. Riuscirà ad andare avanti e farsi spazio nel mondo? La realtà la colpisce brutalmente una volta dopo l’altra; le sarà possibile rialzarsi?
La piccola Beth, pur essendo sempre circondata dall’isolamento e dalla solitudine, dovrà crescere e diventare una donna sicura e forte. Imparerà anche lei le sue lezioni e, come nella maggior parte dei casi, sarà l’esperienza la sua vera maestra. Tutto questo per essere pronta ad affrontare le sfide da sola e a superare difficoltà e debolezze.

Partita dopo partita, la tensione non viene mai meno e siamo catturati in un turbine dal quale è difficile uscire per tornare alla vita di tutti i giorni, sempre ansiosi di rituffarci tra le pagine. L’ossessione inizia a impadronirsi anche di noi.
Gli scontri di Beth con i suoi avversari sono delle vere battaglie, combattute con intelligenza e nervi saldi. Mossa dopo mossa gli occhi scorrono veloci per arrivare al finale, sempre col fiato sospeso. Walter Tevis in questo è stato un vero maestro, nel riuscire a ricreare l’agitazione interiore della giocatrice in un climax che sale sempre più vertiginosamente e lascia alla fine spossati.

Il titolo originale del libro è The Queen’s Gambit, ovvero Gambetto di Donna, un’apertura degli scacchi. Il titolo inglese è molto bello ma effettivamente non rende allo stesso modo tradotto.
All’inizio del volume troviamo un’epigrafe tratta da “L’insetto delle lunghe zampe” di William Butler Yeats.

                                    Che finiscano arse le torri senza fine
                                    E gli uomini rammentino quel volto,
                                    Muoviti con la massima leggerezza se devi
                                    In questo luogo deserto.
                                    Lei pensa, una parte donna, tre parti bambina,
                                    che nessuno guardi; i suoi piedi
                                    si esercitano in una danza popolare
                                    presa dalla strada.
                                    Come un insetto dalle lunghe zampe sulla corrente
                                    La sua mente si muove in silenzio.

Anche se andare a cercare cosa voleva dire l’autore scegliendola, credo che si veda immediatamente la protagonista al suo interno. Mi sembra descriva la sua mente durante una partita, quando la sua forza si prepara a prorompere e distruggere l’avversario. In genere un uomo che l’aveva giudicata in quanto donna fin dall’inizio.

Si tratta di un libro davvero appassionante, che non vi deluderà.

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