Grottesco – Patrick McGrath
Traduzione di C. V.
Letizia
Adelphi
210 pagine
Dal sito di Adelphi:
Sir Hugo Coal non è mai stato un filantropo. Anche quando
non vegetava su una sedia a rotelle, aveva la tendenza a considerare gli esseri
umani – le loro azioni, i loro moventi – meno comprensibili e meno eleganti
dell’enorme scheletro di sauro che andava pazientemente ricostruendo. Ma quanto
vede ora accadere nelle stanze della sua villa, nei rari momenti in cui i
familiari non lo costringono a fissare una parete, gli piace anche meno. È
infatti evidente che Fledge, il nuovo, fascinoso, ambiguo maggiordomo, sta
ordendo una sua trama assai sinistra. Ed è altrettanto evidente che di quella
trama la moglie e la figlia di Sir Hugo, e lui stesso, fanno – consapevolmente?
– parte. Resta poco chiaro in che modo Sir Hugo possa modificare gli eventi col
suo «sguardo di lucertola». Ma in questo, fare dello sguardo un’arma letale,
McGrath è maestro – come dimostra anche Grottesco, sontuoso ibrido fra
le atmosfere notturne della grande letteratura gotica e i ritmi fulminanti
della black comedy.
Grottesco è
stato pubblicato per la prima volta nel 1989.
Credo che sia la prima volta che mi cimento con una black comedy, o umorismo nero.
È stato un po’ strano perché pur non avendomi colpito particolarmente,
mi è piaciuto. È stato una specie di viaggio nella mente di Sir Hugo poiché
tutto ciò che sappiamo passa attraverso il filtro dei suoi occhi. In fondo,
siamo sicuri che quella che ci racconta sia tutta la verità? Realtà, fantasia,
pazzia. Non sembra possibile distinguerle in questo romanzo. Quando Sir Hugo
racconta, quanto è frutto della sua mente?
In questo scambio tra padrone e maggiordomo, come quest’ultimo si veste
come il primo, così Sir Hugo finisce per proiettare le sue colpe e le sue
inclinazioni sul maggiordomo.
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