L’enigma di Hu – Jonathan D. Spence

Traduzione di Mara Caira
Adelphi
152 pagine – 193 con le note

Ho scelto questo libro perché molto incuriosita dal suo protagonista: Hu, un cinese convertito che si trova a viaggiare in Europa nel 1722. Mi sono subito chiesta quali sarebbero potute essere le sue impressioni, incontrando una realtà così diversa in un’epoca nella quale gli scambi culturali erano ancora limitati. Ci saranno testimonianze di europei in oriente, ma il contrario mi giunge nuovo.
L’autore si è basato su un personaggio davvero esistito (Giovanni Hu, un vedovo quarantenne) e su scritti autentici per scrivere questo libro.
Purtroppo rimane ben poco della testimonianza diretta di Hu, le sue vicende sono giunte fino a noi per mano di Padre Jean-François Foucquet, il gesuita che lo prese come assistente a Canton per portarlo con sé in Europa. Il Padre lascia così tanto di scritto perché fu accusato di aver maltrattato Hu e allora cercò di riportare gli eventi a sua conoscenza per dimostrare la sua innocenza.
Il comportamento di Padre Focquet non sarà stato il più cristiano, ma bisogna ammettere che Hu non sembra essersi rivelato il migliore degli uomini.
Ma in fondo, cosa ne possiamo sapere noi? Un uomo viaggia così lontano da casa, verso un mondo completamente nuovo per lui, può non esserne travolto? Non sappiano molto dei suoi pensieri, ma deve essere stato sopraffatto.
È una testimonianza interessante, ma non mi sarebbe dispiaciuta anche una versione più romanzata per avere un’idea dei pensieri di entrambe le parte.

Un libro piacevole, una curiosità, uno sguardo a eventi passati che sembrano arrivati a noi per caso.

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