Le sei reincarnazioni di Ximen Nao – Mo Yan

Traduzione di Patrizia Liberati
Einaudi
795 pagine

Ximen Nao, ormai morto da due anni, continua a lamentarsi e a rifiutarsi di pentirsi. Ritiene di essere stato ucciso ingiustamente.
Re Yama non ne può più e decide di farlo reincarnare. Ximen Nao però non tornerà sulla Terra come il proprietario terriero di quando morì nel 1950, bensì come asino.
Cominciano così per lui una serie di reincarnazioni: asino, toro, maiale, cane e scimmia. Solo nel nuovo millennio potrà rinascere come essere umano.
I suoi ricordi, la sua coscienza, saranno sempre presenti, anche nei panni di un animale; ma a volte la natura avrà il sopravvento e lo spirito della bestia vincerà. Col passare delle reincarnazioni sembra avere anche sempre meno problemi a lasciarsi andare ai nuovi corpi.
Questo era lo scopo di Re Yama, fargli dimenticare la sua vita, distaccarsi dal mondo materiale e le sue vicende. È osservare il mondo per lunghi decenni che cambia Ximen Nao e il suo desiderio di rivalsa.

Passano gli anni e attraverso gli occhi di Ximen Nao e Lan Jiefang (l’altro narratore) vediamo il mondo cambiare, le famiglie unirsi e disgregarsi, la lealtà oscillare. Cinquant’anni di Cina passano, i capi politici mutano, gli ideali si adattano, dalla riforma, alle comuni, alla morte di Mao Zedong.

Com’è stato anche per gli altri due libri di Mo Yan che ho letto, Sorgo rosso e Il supplizio del legno di sandalo, anche in questo caso è una famiglia, allargata, a essere al centro della storia. Una generazione dopo l’altra, ognuno ha il suo ruolo, il suo destino, ognuno cerca di adattarsi ai tempi. Mo Yan non addolcisce la vita dei suoi personaggi, la crudeltà non è smorzata, l’amore non è idealizzato, la fedeltà non sempre premiata. Un romanzo in cui la fantasia sembra più reale della verità.


Non è il suo libro che mi è piaciuto di più, rimane tuttavia innegabile la sua bravura, la sua capacità di coinvolgere e rendere reali i suoi racconti. Queste pagine danno un piacere particolare, forse per l’atmosfera che riescono sempre a ricreare, così intensa e viva. Anche in questo caso il tempo fa da padrone e mette in risalto l’abilità di Mo Yan di spostarsi negli anni e nelle linee temporali. Leggetelo, e siate pronti a un lungo viaggio e a un turbinio di personaggi.

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