Le intermittenze della morte – José Saramago

Traduzione di Rita Desti
Feltrinelli
218 pagine

“Il giorno seguente non morì nessuno.”

La mezzanotte è scoccata, il nuovo anno è pronto a cominciare. E sarà davvero nuovo, poiché sembra che l’Oscura Signora non ve ne farà parte.
Nessuno muore più, non importa l’età raggiunta, le ferite subite o la malattia contratta. La vita, o a volte una sua caricatura, fa da padrona.
Come reagirà questo misterioso paese?
La Chiesa avrà ancora ragione d’esistere?
Le pompe funebri non avranno più lavoro, gli ospedali fin troppo. Questo dono di dio sembra portare più problemi che altro.
E cosa si farà di tutti i vecchi? Cresceranno di numero fino a che non ci saranno abbastanza giovani per occuparsi di loro?
La verità è semplice, il paese non può sostenere una popolazione d’immortali.

Nessuno credeva che si potesse desiderare la fine dell’eternità, ma la morte riprende il suo posto con segreto sollievo di molti. La sua era una lezione, voleva far capire, nei mesi di assenza, che in fondo l’umanità non può fare a meno di lei.
Ritorna però con una novità, d’ora in avanti non busserà all’improvviso alla porta, ma sarà il postino a precederla con una lettera viola… avvisando il destinatario che tempo una settimana e passerà a trovarlo.
La morte crede di essere caritatevole, di dare tempo alle persone di accomiatarsi dal mondo, salutare i propri cari, sistemare le questioni in sospeso. Purtroppo la natura umana è difficile da accontentare, in quanti vorremmo davvero essere avvisati? Non è meglio la sua apparizione improvvisa, discreta, che vedere circolare le buste viola e temere di riceverne una?
Ma una volta presa una decisione, la morte non può tornare indietro, ammettere di aver sbagliato, perciò va avanti col nuovo sistema. Purtroppo sono pochi quelli che ne approfittano degnamente, in genere si abbandonano agli ultimi piaceri e trasgressioni.

Ora, anche se questa morte si occupa solo degli esseri umani di questo misterioso paese, rimane comunque un buon numero di persone da contattare ogni giorno, e la morte non ha un segretaria a quanto pare. Conscia del suo ruolo scrive ogni lettera a mano e con un rapido gesto le spedisce.
Un giorno capita l’impensabile, l’inenarrabile, l’innominabile… una lettera torna indietro.
La morte, esterrefatta, la rispedisce subito, ma ecco dopo pochi minuti che la busta le ricompare davanti. Dopo un altro paio di tentativi infruttuosi la morte controlla il suo schedario, chi sarà mai questo violoncellista che si rifiuta di ricevere la sua missiva?

È un racconto fantastico particolare quello che ho appena letto e il peculiare stile di Saramago non è stato facile da assimilare. I dialoghi presentati all’interno del testo senza la loro solita punteggiatura rendono il racconto più fluido, come se fosse un fiume, ma mi sono sentita meno coinvolta. La parte iniziale sembra proprio una cronaca e alla fine rimango con un po’ di confusione e qualche domanda, che non porrò qui per non svelare troppo.
È un libro che mi è piaciuto, ma che non mi ha fatto chiarezza sull’autore perciò credo che leggerò qualcos’altro di suo per cercare di apprezzarlo meglio.


Una storia originale, dove la morte è affrontata con ironia per farci comprendere la sua importanza a questo mondo, e tanto sembra grande e universale all’inizio, dove la osserviamo con distacco, tanto poi la narrazione riesce a diventare straordinariamente personale e intima, rendendo umana la nostra paura più grande.

Commenti

Post popolari in questo blog

Holy Sonnet 10 – John Donne

La morte non è cosa per ragazzine di Alan Bradley – Piccole detectives crescono

L’ambiguo malanno – Condizione e immagine della donna nell’antichità greca e romana – Eva Cantarella