Excellent Women – Barbara Pym


Virago Modern Classic
288 pagine

Questo libro è rimasto in attesa nella mia libreria per un nel po’. Fu un acquisto fatto in un attimo di smarrimento, quando la mania di cercare recensioni online prima della scelta di un titolo era un bisogno imperante. Così, un giorno, entrata in libreria, decisi di spezzare quell’abitudine che mi stava privando del piacere di fare scoperte casuali. Una scelta d’impulso era quello che ci voleva e così incontrai Barbara Pym.
Lo ammetto, principalmente, mi lasciai conquistare dall’accenno a Jane Austen sulla quarta di copertina (dove l’autore della citazione dice che leggerebbe prima un nuovo libro di Barbara Pym piuttosto che della Austen) ed effettivamente questo libro mi ha fatto pensare a lei, ma andiamo con ordine.

Siamo nella Londra dell’inizio anni ’50 e la nostra protagonista è Mildred Lathbury. Una donna di oltre trent’anni, non sposata e figlia di un pastore. Una di quelle eccellenti donne sulle quali si può sempre contare, per una tazza di tè, per un aiuto in chiesa, per le faccende domestiche, per comprensione… Sempre a disposizione di uomini e coppie sposate che non saprebbero cosa fare senza di loro. Una zitella, che considerata priva di una vita propria è bombardata da quella degli altri.
Mildred, piena di buon cuore e di voglia di vivere, si lascia travolgere dai problemi altrui e presta soccorso un po’ volentieri, un po’ controvoglia, un po’ perché presa da quello spirito da zitella incallita che lei stessa ammette. E quante cose possono accadere anche nelle piccole cerchie…

Mildred vi piacerà, una bella persona contenta di se stessa, pur con la tendenza a sminuirsi. Lei non cerca un marito, sta bene così, da sola nelle sue poche stanze. Non vuole più una coinquilina, le piacciono la sua libertà e le sue abitudini.
Quello che accomuna questo libro e la sua autrice a quelli di Jane Austen è la capacità della protagonista di osservare con intelligenza e ironia la società del suo tempo (passato in entrambi i casi per noi). L’autrice, come nel caso della Austen, narra una realtà che conosce per osservazione diretta.
Alla fine, non è importante se Mildred troverà l’amore della sua vita, se farà un matrimonio fortunato o cos’altro. Il punto non è questo. Mildred dimostra di poter essere felice, di aver una vita piena e interessante, di star bene da sola, e se un giorno si sposerà, sarà una sua scelta non dettata da necessità né sarà imposta. Non sarà magari un amore romantico da copertina, ma sarà una decisione presa in libertà conscia che si tratta solo di uno degli aspetti della sua vita.

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