Agatha Raisin e la quiche letale di M. C. Beaton – Indagini in campagna con una detective fuori dagli schemi



Questo giallo mi è piaciuto più di quanto pensassi. Avevo già letto uno dei libri di questa serie e, benché io sia sicura che non mi sia dispiaciuto, non ne conservo un vero ricordo.

Il titolo di cui parlo oggi è il primo volume della serie e ne ho sentito parlare favorevolmente più volte. Devo dire che le mie aspettative sono state rispettate.

La trama

Agatha Raisin, una cinquantenne londinese nel midollo per abitudini se non per nascita, decide di chiudere la sua agenzia di PR e ritirarsi per una meritata pensione anticipata.

Acquista un delizioso cottage nel villaggio di Carsely, nei Cotswolds, lo fa arredare da cima a fondo, chiude baracca e burattini e si precipita subito a iniziare una nuova vita. Un dolce riposo in un panorama idilliaco.

Ora, come per ogni cosa, Agatha prende la situazione di petto e non ha nessuna intenzione di essere ignorata. Lei si ambienterà meravigliosamente e nessuno le rifiuterà niente.

Quale occasione migliore per fare colpo se non la gara di quiche fatte in casa che si terrà da lì a poco? Neanche il fatto di non saper praticamente cucinare riesce a fermarla, basta comprare una quiche nel miglior negozio specializzato di Londra e farla passare per sua.

E se poi il giudice della gara muore dopo aver mangiato la sua quiche?

Agatha aveva cinquantatré anni, capelli di un castano scialbo, un viso squadrato e insignificante, corporatura tozza. L’accento era passibilmente Mayfair, tranne nei momenti di tensione o quando era eccitata, perché in quel caso saltava fuori la vecchia voce nasale genere Birmingham, residuo di gioventù. Nelle pubbliche relazioni è utile avere un certo fascino, e Agatha ne era del tutto sprovvista. I risultati li otteneva applicando in modo alternato la tecnica poliziotto buono / poliziotto cattivo; ora faceva la prepotente ora la ruffiana, per conto dei suoi clienti.

La signora Raisin, che all’inizio pensavo non mi sarebbe piaciuta, ha finito per conquistarmi. Con una personalità da carro armato e una faccia tosta da paura è inarrestabile. Alla fine suscita simpatia, mostrando un lato umano che ha a lungo cercato di celare, pur con tutti i suoi difetti.

Conclusioni

La storia è ben articolata, con un mistero degno di questo nome, un omicidio travestito da incidente.

I personaggi, caratterizzati piacevolmente in modo da assistere adeguatamente la protagonista, si muovono in un’ambientazione british e campagnola al punto giusto, intrattenendo con divertimento.




Traduzione: Marina Morpurgo
Editore: Astoria

Pagg. 257

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