Uova di Hitonari Tsuji – Un piatto che scalda il cuore


In questo libro ho trovato ciò che mi aspettavo, una storia semplice ma che scalda il cuore. Uno di quei romanzi coccola sullo stile de I miei giorni alla libreria Morisaki. La linearità della storia non deve però far sottovalutare questo libro, che senza appesantimenti narra la vita dei protagonisti che, privati di fronzoli o altre distrazioni, risaltano nella loro concretezza.

Satoji, un uomo dall’aspetto che incute timore ma che ha il cuore grande e accogliente, Mayo, una donna divorziata che cresce da sola con amore la figlia, Oeuf, una ragazzina già ferita dalla vita che cerca di capire di chi può fidarsi.

 

Satoji e Mayo si incontrano all’izakaya Yururi, solo per un quarto d’ora alla volta, ma il tempo e la quotidianità confortante dell’izakaya trasformano la loro conoscenza in qualcosa di più. Non troverete romantiche confessioni, scene strappalacrime, passioni travolgenti, ma un sentimento genuino e solido, che si manifesta nei fatti più che nelle parole. La loro intimità non è sbandierata ma la loro unione è costruita su gesti quotidiani e sinceri. Satoji, abile cuoco, riesce a farsi spazio nelle vite di Mayo e Oeuf grazie ai suoi piatti a base di uova, deliziosi e preparati con cura, con i quali riesce a trasmettere forti emozioni.

 

Gli esseri umani sono in balia del destino, e al tempo stesso per vivere lo devono fronteggiare.

 

Ho apprezzato questo libro perché nonostante le vicende difficili che fanno parte della vita dei personaggi questi non ci vengono presentati come vittime, li vediamo per quello che sono, delle persone. Esseri umani con tanto da dare e da amare che non si fanno definire da quello che gli è successo e si mostrano nella loro interezza. Sono le persone le protagoniste, non i loro traumi o le loro disgrazie.

Il tutto è raccontato con la consueta delicatezza di molti romanzi giapponesi, almeno quelli che ho letto.

 

Non ho mancato di leggere con gusto le descrizioni dei piatti preparati da Satoji, delle vere e proprie ricette, durante le quali spiega i vari passaggi e perché li esegue. Queste sono perfettamente integrate nella storia e non la rallentano.

 

Penso che la felicità sia quella cosa di cui può accorgersi solo chi l’ha persa, quando si volta indietro.

 



Traduzione: Asuka Ozumi
Editore: Rizzoli

Pagg. 269

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