Il Maestro del Giudizio universale – Leo Perutz
Traduzione di Margherita
Belardetti
Adelphi
191 pagine
Mentre ci racconta la
sua avventura, il barone von Yosch sembra ancora sconvolto, quasi stia
ricordando avvenimenti del giorno prima. È smarrito, confuso, e un velo di
follia traspira dalle sue parole, che pian piano delineano gli eventi sparsi
nell’arco dei cinque giorni che gli hanno cambiato la vita.
Deve essere passato
qualche anno, ma la sua storia risale al 1909 ed è ambientata a Vienna. Il 26
settembre von Yosch si reca a casa del famoso attore Eugen Bischoff e di sua
moglie Dina, che il barone ama da tempo. Nel corso della serata accade
l’impensabile, il grande interprete muore, si uccide, in una stanza chiusa. Von
Yosch è subito sospettato. Dato l’affetto che prova per Dina si pensa che sia
stato lui a spingerlo all’insano gesto, facendo leva sulle sue debolezze, per
poterla fare sua.
La soluzione non è così
semplice come appare a prima vista, poiché due altri uomini si sono uccisi in
situazioni analoghe. Un male secolare sembra aggirarsi nelle strade e colpire
di soppiatto, quante altre vittime ignote ci sono? Chi manovra i fili dietro
queste morti?
Al barone non rimane
altro che indagare e cercare di svelare il mistero, per quanto celato sia, per
salvare il suo onore. Altri sono alla ricerca della verità e l’unica cosa
importante, man mano che i decessi aumentano, è far luce sul mistero.
Questo libro non è
riuscito a catturarmi dalle primissime pagine, stavo quasi per desistere, ma
poco a poco è riuscito a farsi largo e svegliare la mia curiosità. Alla fine mi
sono trovata io stessa alla ricerca di una soluzione, di una spiegazione al
terrore dilagante che ha colpito i suicidi e la trama a quel punto aveva già
ingranato. Il racconto finisce per prendere totalmente e la conclusione lascia
domande aperte sulla mente umana. Qual è la verità? Cos’è l’immaginazione e
quanto sono definiti i suoi contorni? E la paura, siamo noi che la
amplifichiamo? Alcuni di noi possono provarne di più? In cosa si differenzia
dall’immaginazione?
Leo Perutz riesce a
trasmetterci l’angoscia e l’agitazione di chi narra, facendoci provare il suo
stesso disorientamento. Capiamo subito che lo stato emotivo del narratore è
stato scosso e che la sua storia è racconta di getto, quasi stesse cercando lui
stesso di comprenderla.
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