Amy Snow – Tracy Rees

Traduzione di Ada Arduini
Neri Pozza
451 pagine

Sono gli anni quaranta del 1800 e Aurelia Vennaway ha appena otto anni quando trova, nuda e abbandonata nella neve della campagna inglese, una neonata, la piccola Amy Snow. La porta subito a casa e, benché Lord Charles e Lady Celestina Vennaway non vogliano, riesce a imporre la sua presenza. Comincia così la vita di Amy, dormendo in cucina in un secchio di patate.
I genitori di Aurelia la detestano fin dal primo momento, ma la loro figlia la ama teneramente e fa di lei la sua compagna di giochi. Per Amy non è facile crescere in quella casa ed è solo grazie alle attenzioni dell’amica che riesce a trovare la felicità e a capire cosa sia l’affetto. Inoltre la sua situazione non è chiara, perché non è una serva ma non è neanche una pari di Aurelia, perciò viene guardata male da tutti.
Alla morte di Aurelia viene immediatamente cacciata e costretta ad affrontare il mondo da sola. In realtà non lo è, perché la sua protettrice le ha lasciato del denaro e delle lettere, che le serviranno per trovare il suo più prezioso segreto.
Comincia così un viaggio, misterioso e imprevedibile, che porterà Amy a compiere il volere dell’amica, ma anche a scoprire se stessa.

Ho trovato questo romanzo davvero carino e anche avvincente. Riesce a mantenere alto l’interesse fino alla fine e fa davvero una piacevole compagnia. C’è poco altro da dire perché questo è semplicemente quello che è, un romanzo d’intrattenimento. La protagonista mi è piaciuta e alcuni personaggi più di altri, ma nel complesso ognuno è messo lì a fare semplicemente la sua parte e non gli si chiede nient’altro. E sarò cattiva, ma mi sembra che l’eroina non incontri chissà quali difficoltà. Una volta lasciato il luogo in cui ha vissuto tutta la vita mi sembra sia stata messa subito al sicuro e non debba veramente preoccuparsi di cosa ne sarà di lei. Avrei preferito un po’ più d’incertezze e una storia d’amore più passionale e profonda. In qualche modo sembra mancare il dramma.

Godetevi l’ambientazione vittoriana senza troppe pretese. Per via della calura vi consiglio di accompagnarlo con un tè freddo invece che caldo, la brughiera inglese toccherà immaginarvela da soli.

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