Il castello errante di Howl – Diana Wynne Jones – Perché la fantasia non è mai abbastanza

Kappalab
245 pagine

Mi sono avvicinata a questo libro grazie all’opera di Hayao Miyazaki, i suoi film d’animazione sono magici e per una volta ho voluto cercare il romanzo cui era ispirata la pellicola.
Devo ammettere che per certi versi il film mi era parso un po’ confuso, nel senso che la trama diventava un po’ inconsistente nella seconda parte, ma è passato diverso tempo da quando l’ho visto. Nonostante questa piccola carenza non si può ignorare la poesia che pervade i lavori di Miyazaki, almeno quelli che ho visto, e come essi siano delle vere fiabe disegnate. Come se al raccontarci una storia i nostri sogni prendessero forma e vita, ed è facile farsi incantare.

La giovane Sophie, primogenita di tre sorelle, sembra rassegnata al suo destino, a un futuro monotono e privo di avventure. Lavora duramente nel negozio di cappelli del padre e pare ben lontana da una qualsiasi forma di pericolo, ma questo viene a bussare alla sua porta sotto forma di strega che trasforma la nostra eroina in una vecchia.
Sophie si vede quindi costretta a lasciare casa e a partire alla volta del suo destino, che a quanto pare non era rinchiuso in quel negozio.
Raggiunge così il castello errante del Mago Howl, fa un patto con un demone, pulizie, viaggia per miglia e miglia con un salto, parla con gli spaventapasseri. Non un attimo di pausa l’attende, in questo susseguirsi di eventi mentre cerca di ritrovare la propria giovinezza.


Il romanzo differisce per forza dal film e in fondo ho scelto di leggerlo perché volevo approfondirne la storia. Sicuramente si tratta di un fantasy ben scritto, adatto a bambini e ragazzi, ma anch’io mi sono divertita. Anche in questo caso, come in Stardust, è stato come leggere una fiaba e come nel libro di Gaiman è presente la poesia di John Donne. Nel caso de Il castello errante di Howl la poesia diventa un incantesimo e l’autrice la piega ai suoi voleri per poterla adattare alla storia. Ho trovato quest’aspetto molto interessante.

Per soddisfare la vostra curiosità, eccovi la poesia:

Go and catch a falling star,
    Get with child a mandrake root,
Tell me where all past years are,
    Or who cleft the devil's foot,
Teach me to hear mermaids singing,
Or to keep off envy's stinging,
            And find
            What wind
Serves to advance an honest mind.

Decide what this is about
Write a second verse yourself.

If thou be'st born to strange sights,
    Things invisible to see,
Ride ten thousand days and nights,
    Till age snow white hairs on thee,
Thou, when thou return'st, wilt tell me,
All strange wonders that befell thee,
            And swear,
            No where
Lives a woman true, and fair.

If thou find'st one, let me know,
    Such a pilgrimage were sweet;
Yet do not, I would not go,
    Though at next door we might meet;
Though she were true, when you met her,
And last, till you write your letter,
            Yet she
            Will be
False, ere I come, to two, or three.

I versi in grassetto sono un’aggiunta dell’autrice e servono alla trama.

È inutile dire che ho trovato questo romanzo migliore di quelli di Miss Peregrine, il mondo del Mago di Howl è sicuramente più avventuroso e fantastico e la Wynne Jones scrive decisamente meglio. Nessuna pagina è sprecata, in poche parole riesce a tratteggiare la storia e descrivere gli avvenimenti con chiarezza ed esaustività.

Alla fine, come accennato in un post precedente, ho visto anche il film di Tim Burton ispirato al romanzo di Miss Peregrine. Anche in questo caso la pellicola va un po’ per i fatti suoi, per fortuna. Devo dire che non è questa gran cosa, ma forse io ero già prevenuta per via del libro, e soprattutto nella seconda parte segue una trama tutta sua (che non ho riscontrato nei riassunto dei due libri che seguono). I cambiamenti migliorano sicuramente le cose, se no anche il film sarebbe piuttosto fiacco.

Per passare a un altro fantasy, mi sono goduta molto di più Il GGG, di Steven Spielberg. Sarà che ne ho divorato i libri da piccola, ma non mi sarei mai persa l’adattamento di un’ opera di Roald Dahl. Mi è piaciuto, anche se devo riconoscere che si tratta di un film bambini. Fa comunque rivivere la propria fanciullezza, per così dire, e sarà apprezzato dai nostalgici.

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