Don Segundo Sombra – Ricardo Güiraldes

Traduzione di Luisa Orioli
Adelphi
247 pagine

Non ho familiarità con la letteratura gauchesca, ma dopo aver letto Capo Horn di Francisco Coloane mi è venuta voglia di leggere qualcos’altro ambientato in Sud America.

Ricardo Güiraldes racconta la vita dei gauchos delle pampas argentine con tale concretezza e vividezza, che leggerlo è come assaporare un mate a volte dolce e a volte amaro.

Il libro narra la storia, raccontata in prima persona, di un giovane portato via appena bambino da quella che chiamava madre per andare a vivere con delle “zie” in un altro paese, dove riceve anche delle attenzioni e regali da un proprietario terriero del luogo.
Passa il tempo e cresce, è un adolescente, la vita casalinga e dei dintorni comincia a stargli stretta (e una parola, appena sussurrata dai paesani, gli giunge all’orecchio: bastardo).
Il destino, il caso, o come lo vogliate chiamare, lo porta a incontrare l’uomo che cambierà la sua vita: Don Segundo Sombra. Si tratta di un gaucho, libero e nomade, che trova amici e rispetto ovunque vada.
Non voglio anticipare troppo, basti sapere che questo mandriano diventerà il padrino di questo ragazzo e sarà la sua guida nella dura vita del gaucho. Una vita che lo temprerà per sempre, lasciando un segno che non potrà mai nascondere.

All’inizio questo libro non mi aveva presa particolarmente, ero addirittura incerta se andare avanti. Tuttavia, nonostante abbia avuto difficoltà nel proseguire in alcuni punti, sono soddisfatta di averlo letto e ammetto che mi è piaciuto. Ho apprezzato lo stile concreto e asciutto, ma comunque pieno di quel sentimento sincero e senza fronzoli che una vita nomade e quasi brada fa nascere.

È la storia di un viaggio, dalla fanciullezza alla soglia della maturità. È la storia di un rapporto, tra un ragazzo e il suo mentore. È la storia di una vita, del desiderio di una libertà totalizzante e sconfinata.

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