Split

Dal regista M. Night Shyamalan (lo stesso de Il sesto senso e The Visit, davvero un buon film anche quest’ultimo), con James McAvoy.

Spaccare, dividersi, rottura. Come tradurre il titolo inglese di questo film? In tanti modi, tutti corretti.

Tre ragazze a una festa di compleanno. Due spensierate e una più chiusa e diversa dalle altre, invitata per caso, e per caso rapita insieme a loro da un giovane.
Addormentate, trasportate, al loro risveglio si trovano rinchiuse non sanno dove. Ben presto comprendono che chi le ha rapite soffre di qualche disturbo mentale, infatti, si presenta davanti a loro sempre la stessa persona che ogni volta si comporta in modo diverso. Cambia il modo di vestire, l’atteggiamento, l’accento, e ognuna di queste personalità ha una sua identità particolare ed è conscia di essere una delle 23 presenti in quel corpo.
Come finirà? La dottoressa che si occupa di lui, riuscirà a intuire che c’è qualcosa diverso dal solito? Cos’è la bestia, alla quale devono andare “in dono” le ragazze?

Non voglio svelare nient’altro.
Le locandine sono molto belle
e azzeccate.
È un thriller (e horror? non sono il massimo con le classificazioni) intenso, che nonostante la lunghezza (quasi due ore) non annoia mai e tieni incollati allo schermo.
McAvoy fa un ottimo lavoro nel dar vita a questo personaggio disturbato, nel quale tutte le personalità lottano per stare nella luce. Sono così forti da riuscire a modificare fisicamente il corpo di Kevin (il vero nome del ragazzo, o prima identità).
La dottoressa Fletcher, che ha in cura il giovane, vuole far riconoscere il suo caso di disturbo dissociativo dell’identità. Per lei, tuttavia, non si tratta semplicemente di un disturbo, vede questa separazione d’identità e il modo in cui esse riescono a modificare il corpo come un nuovo traguardo della mente umana.
La domanda sono molte: quali sono i nostri limiti? È questa la nuova frontiera? Di cosa è capace la mente umana?

Un thriller interessante e diverso dal solito con un’ottima interpretazione.

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