I miei giorni alla libreria Morisaki di Satoshi Yagisawa – Un libro per il cuore



Vi siete mai sentiti un po’ giù senza sapere bene perché? Forse un po’ malinconici, avvolti da un indefinito velo di tristezza che non riuscite a mettere a fuoco? Come una giornata di pioggia che vi va sentire come un micio bagnato. Bene, ecco il libro adatto a riportare un po’ di primavera, la tazza di tè caldo dei libri, l’abbraccio avvolgente e confortante dei romanzi. E anche se non siete di quest’umore, I miei giorni alla libreria Morisaki vi scalderà comunque il cuore.

 

È uno di quei libri da conservare gelosamente in libreria e risfogliare al bisogno, perché si legge velocemente e con piacere. Nella sua semplicità riesce a toccare alcune corde dell’animo che non è facile raggiungere e a fine lettura rimane un delizioso senso di positività e dolcezza. Non dato dal fatto che all’improvviso crediamo che possa andare sempre tutto bene ma dal comprendere che esiste un posto per ognuno di noi a questo mondo e persone che ci sono accanto, pur con i nostri difetti e pur non comprendendoci appieno.

 

Però sai: non è sempre facile capire cosa si vuole dalla vita. Anzi, forse lo si capisce a poco a poco, e ci vuole una vita intera.

 

La trama

 

Takako perde lavoro e fidanzato, o almeno quello che credeva fosse un fidanzato. Persa e sola, trascorre un giorno dopo l’altro nel suo appartamento. Non può certo andare avanti così all’infinito perché vivere a Tokyo costa, ma scrollarsi di dosso l’apatia non è facile.

Arriva un aiuto insperato dallo zio Satoru, che la invita a trasferirsi sopra la sua libreria e in cambio a lavorare qualche ora al piano di sotto. In quel bozzolo confortevole, circondata dall’odore inconfondibile dei libri e dal via vai dei clienti, Takako inizia poco a poco a fare capolino nel mondo. Prendendosi il tempo per sé stessa, per curarsi e andare avanti.

Lo fa grazie all’affetto sincero e discreto dello zio, al caffè caldo di un vecchio kissaten (un locale tipico), alle amicizie che sbocciano con naturalezza e ovviamente, grazie ai libri e al piacere della lettura che riscopre accoccolata sopra la libreria Morisaki.

 

[…] da quel momento in poi, cominciai a leggere un libro dopo l’altro. Era come se la sete di lettura, da tanto tempo sopita dentro di me, fosse esplosa all’improvviso.

 

Mi capitò anche di trovare fiori secchi usati per tenere il segno. Quando succedeva li odoravo e fantasticavo su chi, quando e con quale stato d’animo li aveva infilati tra quelle pagine ingiallite.

Erano incontri che superavano le barriere temporali, possibili solo attraverso i vecchi libri. E così cominciai ad affezionarmi alla libreria Morisaki, che di vecchi libri era piena.

 

Il quartiere di Jinbōchō, dove è ambientata la storia, è il più grande quartiere di librerie del mondo. Mi farebbe davvero piacere visitarlo anche se credo che mi si spezzerebbe un po’ il cuore, così tante librerie, così tanti libri… in giapponese! Deve essere un po’ l’inferno dei lettori.

 

Da queste parti ogni libreria ha la sua specializzazione. C’è chi vende solo testi accademici e chi solo copioni teatrali. Alcune librerie sono davvero particolarissime, per esempio quelle che vendono vecchi albi illustrati o raccolte di fotografie. In tutto il mondo, non c’è un quartiere di librerie grande come questo.

 

Ora non mi resta che consigliarvi questo libro, per prendervi cura di voi. Se lo avete, sarebbe una buona idea leggerlo dopo aver sfogliato il bellissimo volume illustrato di Mateusz Urbanowicz, Botteghe di Tokyo. Magari mentre si mangia un dorayaki.

 



Traduzione: Gala Maria Follaco
Editore: Feltrinelli

Pagg. 149 

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