L'uomo che non poteva morire - Timothy Findley

Traduzione di Massimo Birattari
Neri Pozza
617 pagine

Non ce l’ho fatta. Non sono riuscita a finirlo. Le ultime 200 pagine sono ancora lì in attesa di essere lette…
Non ho idea di come finisca perché non ho trovato informazioni a riguardo su internet. La curiosità di sapere il finale c’è, ma non posso andare avanti a leggere una pagina al giorno. Forse più avanti lo scoprirò.
Sono rimasta delusa da questo libro, forse perché le mie aspettative erano sbagliate. Mi aspettavo più azione, colpi di scena, mistero. La suspense c’era tutta, ma non finiva mai e questo è stato frustrante.
Nel 1912 Pilgrim tenta il suicidio per l’ennesima volta e come di consueto sopravvive. Nonostante lo diano per morto, si risveglia inaspettatamente. La sua cara amica, Lady Sybil Quartermaine, lo porta in una clinica a Zurigo per fargli ritrovare la voglia di vivere e lì sarà suo dottore niente di meno che Carl Gustav Jung.
Il nostro protagonista rivelerà in seguito di aver vissuto molte vite, o molto a lungo (non ricordo), e di essere ormai stanco.
Le premesse ci sono tutte per rendere questo romanzo avvincente, ma per i miei gusti è troppo filosofeggiante sulla vita umana (o comunque in un modo che non mi piace). Non sono stata coinvolta, volevo solo che finisse e non è riuscito a portare a termine neanche questo compito.
Chi è Pilgrim? Un pazzo o un immortale? Lascio a voi il compito di scoprirlo.

Commenti

Post popolari in questo blog

Holy Sonnet 10 – John Donne

La morte non è cosa per ragazzine di Alan Bradley – Piccole detectives crescono

L’ambiguo malanno – Condizione e immagine della donna nell’antichità greca e romana – Eva Cantarella