Signorina Cuorinfranti – Nathanael West

Traduzione di Riccardo Duranti
Prefazione di Matteo B. Bianchi
Minimum Fax

116 pagine

Non bisogna farsi ingannare dal titolo, com’è capitato a me. Devo ammettere che a prima vista credevo si trattasse di un libricino divertente. La realtà è ben diversa, ed è proprio in essa che West ci catapulta. La cruda realtà degli anni della Grande Depressione a New York.
Miss Lonelyhearts appare a molti come un faro di speranza nel grigiore dei giorni, ben più tetri delle notti. Coloro che le scrivono hanno problemi seri e cercano in lei una buona fata madrina, come se davvero fosse in grado di aiutarli. La triste verità è che Miss Lonelyhearts è solo un uomo, relegato in quel ruolo in attesa di un’occasione migliore nel giornale per il quale lavora, che poco a poco si lascia coinvolgere dai suoi lettori. All’inizio è solo un lavoro e risponde quasi meccanicamente, senza sentimento. A un certo punto, però, si rende conto di ciò che rappresenta, si sente investito di una responsabilità così grande da portarlo a riflettere su cosa crede e sulla sua vita stessa.
Purtroppo per il nostro protagonista non c’è una soluzione, lui può solo provare a dare qualche parola di conforto. Non riesce tuttavia a mantenere il distacco necessario e finisce per rimanere impantanato nella vita degli altri e a soffrire per loro e con loro.
Ho letto anche la prefazione di Bianchi per farmi un’idea sull’autore e devo ammettere che anche lui non e stato molto fortunato. Rimase incompreso tutta la vita e morì a soli 37 anni. Benché sia descritto come l’autore di romanzi classici della narrativa moderna ottenne la fama solo dopo la morte, che tuttavia passò in secondo piano appena avvenuta. Oltre tutto se ne andò proprio quando la sua vita appariva pronta ad una svolta.
Non aspettatevi quindi risatine sottovoce e ore serene, ma troverete comunque un interessante dipinto della società.

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