Su e giù per le corsie – Monica Dickens
Traduzione di Adriana
Pellegrini
Elliot
246 pagine
Mi sono divertita leggendolo,
lo ammetto. Dopo aver letto il suo primo libro però, Su e giù per le scale, temevo che sarebbe stato un po’ ripetitivo.
Non è stato questo il caso.
Forse anche perché è passato un
po’ tempo dalla prima lettura, ma non mi ha per niente annoiata.
Dopo il periodo passato a servizio, Monica Dickens cambia carriera
e decide di far qualcosa per la propria patria (dobbiamo ricordarci che ci troviamo
durante la seconda guerra mondiale) perciò si carica di buone intenzioni e
parte per fare l’infermiera.
Come col lavoro precedente,
la Dickens mette tutta se stessa in questa nuova avventura, si butta a
capofitto con energia, anche se con un po’ di furbizia e sembra trasformare in
commedia tutto ciò che vede e le capita. In questo su e giù per le corsie,
mentre iniziano a sommarsi le esperienze, descrive la sua vita e quella delle
colleghe (o almeno le impressioni che raccoglie) con uno schizzo rapido ma ben
tratteggiato. Vediamo tutto con i suoi occhi, e in fondo è quello che vuole.
Nonostante il tono leggero e
scherzoso, si capisce che la Dickens ha sempre tenuto gli occhi ben aperti su
quanto le succedeva intorno, osservando, studiando e riflettendo sugli
avvenimenti cui assisteva. Sa essere critica quanto ironica.
Quello che traspare sempre è
sicuramente la forza dell’autrice, questo suo atteggiamento sempre curioso e
interessato. Un modo di porsi alla vita aperto ed energico, un buon insegnamento
per tutti.
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