The watchmaker of Filigree Street – Natasha Pulley
Bloomsbury
318 pagine
Da dove posso iniziare?
Non mi risulta facile riassumervi la trama di questo libro, è talmente lenta
che avrei paura di raccontarvene tre quarti in tre righe.
Nathaniel Steepleton, detto Thaniel, è un telegrafista del
Ministero degli Interni. Lavora duramente nella Londra del 1883 per aiutare la
sorella vedova e con due figli, che sono a suo carico.
Un giorno trova nella sua stanza un costoso orologio da
taschino che non riesce ad aprire e, a quanto pare, neanche a vendere (i banchi
dei pegni si rifiutano di comprarlo perché dicono che i modelli di quest’orologiaio
spariscono…mah…). Il famoso orologiaio è un immigrato giapponese di nome Keita
Mori.
L’orologio, grazie a un allarme fastidioso, salva Thaniel da
un’esplosione, quest’evento lo porterà a cercare l’orologiaio per capire cosa
sappia a riguardo.
Altri personaggi entreranno in scena: un ispettore, un altro
orologiaio, una studentessa di Oxford di nome Grace, un nobile ed elegante
giapponese (Matsumoto).
Thaniel cercherà di scoprire chi è il bombarolo, Grace di
proseguire gli studi, e Mori muoverà i fili di tutti. Chi è in realtà
quest’orologiaio? Qual è il suo segreto?
Tutto questo per dire
non so cosa. Non mi è rimasto niente. Il senso mi è ignoto.
La trama, che pensavo
fosse incalzante e piena di colpi di scena, procede poco alla volta, capitoli e
capitoli di niente. Forse le mie aspettative erano sbagliate, ma non credevo
che l’autrice si sarebbe dilungata così tanto senza neanche, a mio parere,
approfondire abbastanza le dinamiche tra i personaggi. Il finale, che non
voglio svelare caso mai interessasse a qualche malaugurato ma che un po’ devo
spoilerare, porta a un rapporto tra due personaggi che non mi sembra sia stato introdotto
e sviluppato adeguatamente. L’happy
ending di altri due che vuole l’autrice mi sembra piuttosto inverosimile.
Inoltre, perché la povera sorella e i nipotini sono finiti nel dimenticatoio
dopo tutto quello che Thaniel era disposto a fare per loro?
Troppe domande, troppi
fatti senza senso, personaggi che non danno un vero contributo a una storia
che, nonostante i tentativi di renderla complicata e interessante tra futuro,
visioni e marchingegni, rimane poco intrigante e vuota. Tutto questo per arrivare
alle ultime pagine dove è condensata l’azione, e mi chiedo: era davvero tutto
necessario per arrivare a questo finale?
Sono andata avanti a
leggere aspettando chissà quale evento o segreto ma, in conclusione, mi sento
profondamente insoddisfatta.
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