La psichiatra – Wulf Dorn

Traduzione di Alessandra Petrelli
Tea
595 pagine

Non sono una gran lettrice di thriller perciò mi sono avventurata un po’alla cieca in questo settore, fidandomi di consigli altrui. Prima di svelarvi le mie opinioni su questo libro, lasciatemi intrattenervi con un breve riassunto.

La dottoressa Ellen Roth è una psichiatra d’indubbia professionalità e competenza, che deve occuparsi non solo del reparto della clinica in cui lavora ma anche di una paziente senza nome vittima di un trauma non definito. Il tutto le è stato lascito dal fidanzato e collega Chris, partito per una lunga e meritata vacanza.
Il caso si preannuncia difficile, la paziente è traumatizzata, ferita, non si lascia avvicinare. Ellen riesce a carpire solo qualche piccola informazione e a percepire il terrore che pervade la donna. Ha paura dell’Uomo nero, che verrà a cercarla e poi prenderà anche Ellen.
A fine giornata la dottoressa chiede aiuto a un suo collega, Mark, per avere un secondo parere, ma il giorno dopo scopre che la paziente è sparita (prima che Mark potesse visitarla). Non solo, nessuno sa di chi stia parlando Ellen, nessun l’ha vista o ha interagito con lei. Anche la sua cartelletta è sparita dallo schedario, che appare forzato.
Inizia un viaggio nell’incubo per questa giovane psichiatra che deve intraprendere una lotta contro il tempo per salvare la donna misteriosa, mentre un oscuro e inquietante Uomo Nero la perseguita e la sfida.
Riuscirà Ellen a salvare la sua paziente o finirà per diventare anche lei una vittima? Dovrà affrontare tutto da sola? Le risposte non sono scontate, perché sembra non possa fidarsi di nessuno.

E dopo quest’avvincente riassunto, cos’altro potrei dirvi?

All’inizio ero un po’ titubante perché non mi ha presa immediatamente. Tuttavia, a mano a mano che sono andata avanti, la suspense mi ha conquistata e i continui colpi di scena e nuovi indizi mi hanno lasciata spiazzata.
È un romanzo che sicuramente si lascia leggere, perché riesce a intrattenere e a mantenere alta la tensione.

Concludo con un ma che non è un vero ma, perché si tratta di gusti puramente personali. Credo semplicemente che i thriller non siano proprio per me perché preferisco la loro trasposizione cinematografica, però mi è piaciuta quest’incursione in un genere che non è mio e penso che mi ricapiterà di farlo, anche se sporadicamente.
Poi, avrei forse voluto una soluzione diversa, anche se questa mi ha sorpresa ed è adatta alla storia, anche in questo caso si tratta di semplice gusto personale, o forse solo di una speranza. Basta, non dico altro se no inizio a fare spoiler. Spero di non avervi confuso con queste ultime due righe, chi lo ha letto forse capirà.

A voi piacciono i thriller? Cosa consigliate di imperdibile?

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