La fata carabina di Daniel Pennac – Mai arrendersi alla prima pagina



A volte ho delle difficoltà a parlare di un libro, anche se mi è piaciuto. Mi trovo a fissare la pagina bianca e a chiedermi: adesso che scrivo?

Riordinare le idee non è sempre facile quando si rimane spiazzati, quando una storia riesce a incastrarsi dentro di te ma non sai dove, quando un autore riesce a sorprenderti ma non sai perché.

Io non avevo nessuna aspettativa su questo libro, l’ho scelto in libreria perché era un po’ di tempo che volevo provare qualcosa di Pennac perciò ho approfittato di un’offerta e me lo sono portato via.

Arrivato il suo momento, ho iniziato a leggerlo e all’inizio ho arrancato un po’, mi chiedevo già se mi sarebbe piaciuto, se non mi fossi imbarcata in una lotta con la carta stampata e fossi destinata a trascinarmelo per giorni, accompagnata da un senso di colpa che non mi avrebbe permesso di abbandonare il libro.


Poi, non so neanch’io quando, qualcosa è successo, ho iniziato a entrare in sintonia con la scrittura di Pennac, chiara ma in qualche modo densa, sono riuscita a prendere il ritmo e a quel punto le pagine lette non erano mai abbastanza. I personaggi, che mi sembravano troppi e mi creavano confusione, hanno preso ognuno il suo posto. La storia, con diversi punti di vista ed eventi, a iniziato a stendersi nella mia mente. Mi sono fatta catturare e prima che me ne accorgessi, Malaussène, Thérèse, i vecchi, Pastor, Stojil e tutti gli altri si sono infilati sotto pelle. Mi hanno fatto preoccupare, arrabbiare, sorridere, mostrandomi le loro vite.


Vi prego in anticipo di perdonarmi questo breve riassunto, la storia è ricca di personaggi e un po’ arzigogolata e mi viene difficile parlarne.

La trama

Belleville, periferia di Parigi, 1982. La polizia indaga sull’omicidio di alcune vecchiette e intanto una di queste fa esplodere come un fiore la testa di un poliziotto. Nel frattempo, a casa Malussène si raccontano storie e si legge il futuro sul palmo delle mani.

Tra droga e armi i vecchietti di Belleville non hanno vita tranquilla. Chi si farà avanti per sbrogliare la matassa che irretisce il quartiere?

E la vecchia premette il grilletto.

Tutte le idee del biondino si sparpagliarono, formando un grazioso fiore nel cielo invernale. Il primo petalo non era ancora caduto che la vecchia aveva già rimesso l’arma nella sporta e riprendeva il suo cammino. Il rinculo le aveva fatto guadagnare un buon metro sul ghiaccio.

Conclusioni

Un romanzo noir che mi ha conquistata e ora voglio recuperare gli altri volumi che hanno per protagonista Malaussène. 

Non è stato amore a prima pagina ma andando avanti ho scoperto un romanzo denso e ricco, che non vi lascerà a bocca asciutta. Riesce davvero a catapultarvi nella periferia francese, fra uno strambo personaggio e l’altro.

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