The weird and the eerie – Lo strano e l’inquietante nel mondo contemporaneo – Mark Fisher

Traduzione di Vincenzo Perna
Postfazione di Gianluca Didino
Minimum Fax

La prima cosa che mi ha attirato di questo saggio è stato il titolo, per la precisione l’accenno al weird.
Infatti, una mia scoperta degli ultimi anni è stata H. P. Lovecraft e, per l’appunto, la letteratura weird. Lo ammetto, mi si è aperto un mondo, e pensavo quindi che con questo libro avrei potuto approfondire almeno un po’ l’argomento con una maggiore “serietà”, se vogliamo dire così, o profondità.

Sono contenta di essermici buttata perché mi ha interessato particolarmente la prima parte dedicata al weird, ma ho potuto anche comprendere meglio un genere (non so se esista realmente come genere letterario, diciamo che è presente in molte opere) nuovo per me, l’eerie.
All’inizio non era tutto molto chiaro, di cosa si sta parlando? Cosa sono il weird e l’eerie? Si possono tradurre semplicemente con strano e inquietante e basta?
Non starò a farvi qui una lezione, ma vediamo se riesco a esporre una breve idea di quello che ho capito.

Per aiutarci a comprendere, Fisher passa in rassegna diverse opere e autori (scrittori, musicisti, registi) per poterci fare degli esempi e analizzarli, non solo nella prima parte dedicata al weird, ma anche in seguito con l’eerie. Questo perché ogni autore, o artista a dir si voglia, li rende parte della propria opera a modo suo.

Weird - Strano, ok, ma in che senso?

«[…] un’entità o un oggetto weird è talmente inusuale da generare la sensazione che non dovrebbe esistere, o perlomeno non dovrebbe essere qui.» pag.17

«[…] è costituito da una presenza – la presenza di qualcosa che non è al suo posto.» pag.72

Qualcosa, insomma, che non torna. Quando qualcosa di esterno (non solo materialmente, ma anche fuori dalle nostre esperienze e concezioni) entra in un ambiente familiare.
Antiche e aliene presenze in mezzo al New England, incontri tra mondi, viaggi nel tempo (per il senso di anacronismo che portano i viaggi temporali) oppure strange loop (quando diversi livelli di gerarchia sono collegati tra loro – un autore che interagisce con i personaggi; i personaggi di un mondo simulato che finiscono nel mondo che genera la simulazione).

                  
                    Nyarlathotep, Shub-Noggurath,
               Yog-Sothoth - Lovecraft
       
Azathoth -  Lovecraft
                          


Eerie – L’inquietante.
In questo caso a essere in discussione è l’agentività – la capacità di agire intenzionalmente.
Chi o cosa agisce?

«L’eerie […] è costituito da un fallimento di assenza o un fallimento di presenza. La sensazione di eerie si verifica quando c’è qualcosa dove non dovrebbe esserci niente, o quando non c’è niente dove invece dovrebbe esserci qualcosa.» pag.72

Per esempio, nel romanzo Gli uccelli di Daphne du Maurier i volatili di ogni specie si uniscono, agiscono tutti insieme intenzionalmente contro gli esseri umani (c’è qualcosa dove non dovrebbe esserci niente, mostrano una volontà di agire insieme deliberata quando non dovrebbero averla).
Inoltre, devono essere formulate delle congetture, una volta che domande ed enigmi vengono risolti, l’eerie svanisce. Infatti, nel romanzo che ho appena menzionato, non viene fornita nessuna spiegazione alla fine.
Prendiamo anche il caso realmente esistito della Mary Celeste, una nave ritrovata senza equipaggio e passeggeri nel 1872, con ancora viveri e mercanzie a bordo, persino il cibo nei piatti. Questo ritrovamento provoca un senso di eerie perché non sappiamo cosa sia successo. Se la spiegazione fosse nota, non lo avremmo.


Mary Celeste


È stata una lettura per certi versi faticosa, forse anche per via delle feste che si sono messe in mezzo, non avrei dovuto leggerlo in questo periodo.
Ciò che la resa difficile è stato più che altro il fatto di non conoscere tutti gli autori, registi e musicisti citati e soprattutto le loro opere. Questo ha generato in me una certa confusione e non ho sempre compreso appieno ciò che voleva dire Fisher (soprattutto nella parte dedicata all’eerie), anche perché alcuni capitoli sono più scorrevoli di altri. Non so quanto fosse dovuto alla mia ignoranza sulle opere o più in generale sul tema trattato.
Benché abbia cercato riassunti online e anche Fisher ne fornisca mi sono persa sicuramente qualcosa, infatti, ho apprezzato molto di più i capitoli dove erano menzionate opere che mi erano note.
I diversi capitali rimangono comunque delle analisi interessanti che mi hanno aiutata ad approfondire non solo le opere letterarie, ma anche il cinematografiche, che evocano quella sensazione di disagio e fuori posto che è il weird e la pelle d’oca dell’eerie.

Qualcun altro l’ha letto? Cosa ne pensate? Avete avuto anche voi delle difficoltà?



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