L’albero di Halloween – Ray Bradbury



Ho ripreso la lettura del bellissimo tomo della Oscar Mondadori, nel quale sono raccolti libri e racconti weird di Ray Bradbury. Il secondo di questa collezione è, per l’appunto, L’albero di Halloween.

La trama


Anche in questa storia, come ne Il popolo dell’autunno, ci troviamo in una non specificata cittadina proprio in quell’incantato periodo autunnale che porta ad Halloween. Non solo, questo lungo racconto si svolge proprio nell’arco della notte più stregata dell’anno.
I protagonisti sono un manipolo di ragazzini, allegri ed eccitati dalla prospettiva di una notte di dolci e scherzi. Sono otto e ognuno di loro indossa un costume per affrontare la notte come si deve. Si rendono conto però che qualcuno manca all’appello, dov’è Pipkin?
Lo raggiungono a casa, dove l’amico li invita ad andare avanti senza di lui e promette di raggiungerli più tardi.
Il gruppo di amici, dopo aver bussato a qualche porta, si avvia allora alla cava, per giungere a quella che è la loro meta. Una casa infestata. O almeno lo sembra. E se non è infestata una casa come quella, allora nessuna lo sarà mai.
Ad attenderli c’è un’avventura lunga una notte, attraverso lo spazio e il tempo, alla ricerca del loro amico e dell’origine della paura della morte stessa, radicata in ogni essere umano.

La casa era strana, immensa e buia. Migliaia di finestre rispecchiavano le gelide stelle. Sembrava intagliata nel marmo nero invece che in travi di legno; e dentro? Chissà quante stanze, vestiboli, corridoi, soffitte! Soffitte zeppe di polvere e ragnatele, foglie secche, tesori sepolti.
La casa faceva cenni con le torrette, invitava con le porte chiuse. Le navi dei pirati sono un tonico, gli antichi forti una manna. Ma una casa, una casa infestata dagli spettri, la vigilia di Ognissanti? Otto piccoli cuori batterono all’unisono in un tripudio di esultanza.

Questo libro è stato un bellissimo regalo natalizio, che sono felice di aver ricevuto perché mi sta dando la possibilità di apprezzare sempre di più Ray Bradbury. Uno scrittore che si sta rivelando a me come non aveva fatto in Cronache marziane e Fahrenheit 151.

Quei due romanzi mi sono piaciuti di più delle sue due ultime storie che ho letto, ma in esse ho trovato una magia, un ritorno alla meraviglia dell’infanzia che raramente si possono incontrare tra le pagine di un libro. Davvero, le storie sono belle e piacevoli, ma ciò che mi sta conquistando in questo volume è la stupenda scrittura di Bradbury che trasforma tutto ciò che descrive in un’avventura misteriosa, in luoghi pieni di segreti, nella crescita verso il mondo adulto dei suoi personaggi, nella gioia e l’innocenza di vivere di ragazzi, quando tutto il mondo sembra messo lì apposta per stupirci.

Più rapida navigava la barca, più forti giungevano le note della chitarra e più candele si accendevano su per le colline. Una dozzina, un centinaio, un migliaio di candele brillarono. Parve che la costellazione di Andromeda fosse caduta dal cielo in quel punto del Messico.

Conclusioni


Vi consiglio quindi questo racconto, che sia in questa raccolta come in altri formati, perché è una storia che vi avvolgerà con la sua poesia e vi farà venire voglia di correre nel vento rincorrendo le foglie d’autunno.

Voi amate i racconti? Avete fatto delle belle scoperte?



Traduzione: Annalisa Mancioli
Editore: Mondadori – Oscar Draghi
Pagg. 69

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